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Il presepe vivente nel borgo medioevale di Serravalle.

Correva l’anno del Signore…, e nel borgo medioevale di Serravalle si lavorava di buona lena perché tutto fosse pronto per la rappresentazione vivente della natività del 25 Dicembre.
Passata la ricorrenza dell’Immacolata Concezione, gli abitanti si concentrarono sull’avvenimento più importante e sentito dell’anno: il presepe vivente serravallese.

Il paese, incastonato come un rubino tra lo Scrivia e una aguzza collina, cinto da mura e sovrastato da un imponente castello, rappresentava una scenografia ideale per una tale raffigurazione. Dai bambini agli anziani, chiunque fosse stato in grado di muoversi, di camminare, di respirare, diventava attore o comparsa di questa manifestazione, popolare e religiosa, molto seguita anche dagli abitanti dei paesi vicini che accorrevano numerosissimi, per esserne spettatori, testimoni e per poter dire c’ero anch’io.

Si sarebbe svolto, come accadeva ormai da molti anni, tra le vie del borgo partendo dalla chiesa Collegiata per terminare all’interno del castello nella parte alta della collina che sovrastava il paese. 
Sulla sua cima era collocata la grotta della natività con tanto di mangiatoia, bue ed asinello. Poco distante un grande falò, la stella cometa, avrebbe indicato il cammino ai pastori e a quanti avessero voluto portare un dono al neonato Bambinello.

Giuseppe, Maria ed i Re Magi, scelti tra i Serravallesi che durante l’anno si erano distinti per altruismo e generosità, erano orgogliosamente impazienti che arrivasse la notte della vigilia di Natale per essere tra i protagonisti del famoso, strepitoso, unico, presepe per le vie del loro borgo.
Sembrava che tutto procedesse più che bene: le donne avevano confezionato vestiti, copricapo, calzari nuovi di zecca ed una montagna di cesti colmi di doni per il Redentore: focacce, salumi, formaggi ed ogni ben di Dio che, terminata la rappresentazione, sarebbero stati consumati da tutti gli intervenuti grazie a un lunghissimo banchetto in Piazza della Collegiata.

Tutto sembrava perfetto, impeccabile; Anzi, quasi tutto, perché, purtroppo, una faccenda, di non poco conto, stava preoccupando gli organizzatori del presepe ed anche la popolazione tutta. 
Ovviamente nella Sacra Famiglia, oltre alla Madonna e a Giuseppe, era indispensabile che ci fosse anche Gesù Bambino scelto tra gli ultimi nati a Serravalle. La condizione che fosse un neonato serravallese era, secondo la tradizione, indispensabile, insindacabile. 
Da quando esisteva il presepe tutti i Gesù Bambino erano sempre stati scelti in paese. Questo importante particolare contribuiva a dare lustro all’antico borgo le cui origini si perdevano nella notte dei  tempi fino alla cittadina romana di Libarna.
Decine di abitanti, da neonati, erano stati adagiati nella famosa mangiatoia e omaggiati di oro, incenso e mirra dai Magi. La tradizione doveva certamente continuare: il problema però era che negli ultimi mesi e giorni tutti i nati erano femmine e c’erano solo più tre partorienti che avrebbero dovuto avere il bambino prima di Natale.

Giotto – Il presepe di Greccio (particolare)

Le speranze che nel frattempo potesse nascere un bel maschietto si ridusse al lumicino quando si seppe che sul portone di Vico al Castello e di Vico del Forno, dove abitavano due giovani in attesa di diventare mamme, erano stati appesi dei fiocchi rosa. Purtroppo, dopo mille scongiuri, mille ceri accesi e mille dita incrociate, erano venute alla luce  due  femminucce che furono chiamate Maria e Maddalena, probabilmente per farsi  accettare e perdonare dai Serravallesi.
Rimaneva solo Maura, in Vico San Martino. 
Le due levatrici del paese erano pronte ad intervenire, mentre non si contavano le messe ed i rosari propiziatori con cui si cercava di indurre il parto in tempo utile, mentre cartomanti e maghi locali agitavano amuleti a favore della mascolinità.

Parrocchia di Serravalle Scrivia – Presepe (2024)

La sera del 23  la notizia della rotture delle acque e dell’inizio delle doglie fu avvertita come un miracolo e  si propagò nel circondario come la notizia più attesa, importante e bella dell’anno. 
All’alba del 24 vico San Martino fu pervaso da alcuni lamenti e finalmente da un pianto di bebè liberatorio per tutti. Si attendeva la fumata azzurra che sarebbe esplosa in un applauso ed in grida di gioia per le vie del borgo. 

Foto do Paolo Nicorelli

La calca si era raccolta sotto all’arco dell’ingresso di Casa Maura quando finalmente si aprì il portone e comparvero le due levatrici sorridenti. Le loro prime parole furono: “Tutto bene, mamma Maura sta bene e sta benone anche Gesuina”.
Chi era Gesuina, si domandò la gente: forse la nonna? Forse le levatrici stavano scherzando per poi dire che era nato un bel maschietto e festeggiare tutti insieme?
Un silenzio trepidante intriso di una attesa spasmodica si tramutò in un lungo “NOOOO!!!” quando le levatrici dissero che Gesuina era una splendida bambina bionda con gli occhi azzurri, bianca e rossa come una mela e piena di salute. 

Parrocchia di Serravalle Scrivia – Presepe (2022)

Senza Gesù Bambino il presepe vivente era fritto; tutti si disperavano quando il Parroco durante la Messa della vigilia di Natale, disse che il presepe rappresentava un patrimonio religioso culturale, una tradizione che non poteva e non doveva essere interrotta. Ma come fare??? Forse con un Bambinello di pezza o di cartapesta? Gli indugi furono rotti da Alessandro, colui che veniva da tutti considerato lo stolto del paese poiché viveva  in modo frugale, sotto il Ponte della Scrivia, snobbando la ricchezza ed il perbenismo.

Al centro della piazza, a voce alta, Alessandro borbottò: “Per quale motivo una bambina non può rappresentare il Salvatore: ha forse qualche qualità umana in meno???”  A vederla sembrava un angelo cherubino che  sorrideva a quanti le si presentavano di fronte.
“Le bambine, è risaputo”, continuò Alessandro, “sono più affettuose dei maschi, aiutano le mamme in casa e accudiscono i genitori nella vecchiaia. Se Gesù fosse stato femmina non avrebbe fatto nulla di meno, anzi probabilmente sarebbe stato ancora più vicino ai poveri ed ai bisognosi”.
Si levò un brusio di disapprovazione che sembrava voler dire “Ma che ne sai tu di queste cose che non hai figli e vivi come un accattone?”.

Arquata – Presepe nel borgo (1985)

Le donne del paese però, anche se non proferirono parola, furono contente di questa levata di scudi e di lance spezzate nei loro confronti. Il Barbone, come veniva chiamato, aveva dimostrato di essere il più saggio di tutti e aveva certamente ragione: perché mai una donna non avrebbe potuto ambire ad essere una Salvatrice? Alcune donne, le più agguerrite, ebbero il coraggio di spiattellare in faccia ai loro mariti come  la pensavano.
Così fece anche la moglie del medico, del farmacista, del comandante delle guardie e la perpetua del Parroco, “femminista sfegatata ante litteram”.

In paese scoppiò un acceso dibattito se Gesuina avesse o meno potuto fare la parte di Gesù Bambino. Le donne, campeggiate dalla perpetua, anche lei Gesuina di nome, sostenevano la loro parità, se non la loro superiorità in quanto a sensibilità, altruismo, generosità ed amore nei confronti del prossimo. Stava per scoppiare una guerra civile tra maschi e femmine, quando le personalità paesane si riunirono in fretta e furia e decisero che questa volta le donne, forse, probabilmente, avevano qualche ragione.
I maschi in realtà pensavano a quanto avrebbero dovuto tirare la cinghia se le donne avessero fatto lo sciopero della loro fame, la fame dei maschi, rifiutandosi di cucinare, oltre a rassettare casa, occuparsi dei figli, e via discorrendo… 

Presepe vivente -Casale Monferrato (2024)

All’unanimità, le personalità, Parroco compreso, visto che la perpetua era la più agguerrita, dettero il loro benestare insieme a tutti gli altri uomini del paese. Gesuina bella come il sole, dolce come il miele, diventò la prima bambina al mondo a rappresentare la figlia di Dio in terra.
In quell’anno, così, tutti  parlavano di Serravalle e di  Gusuina: la prima donna salita ed equiparata al rango degli uomini, al punto da rappresentare nientemeno che la figlia del Padreterno.
Accorse da ogni dove una moltitudine di uomini e soprattutto di donne che finalmente, grazie a Gesuina, e alle donne Serravallesi, assaporarono la parità almeno per il periodo natalizio.

Il presepe fu salvo, ed ebbe anche il più grande successo di sempre. Gesuina divenne il simbolo dell’uguaglianza e della parità tra i due sessi, anche se molta acqua sarebbe dovuta passare, e ancora dovrà passare, sotto a tutti i ponti del mondo, compreso il nostro ponte della Madonnetta, prima che altre donne possano realmente ambire a sostituire i maschi nei ruoli apicali, come capitò, in quel memorabile Natale, a Gesuina. 

Un pensiero su “Il presepe vivente nel borgo medioevale di Serravalle.

  • Domenico Moro

    Geniale, non privo di inaspettata saggezza🤣🤣🤣

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