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E Cravero col suo furgone, salvò il Carnevale e la processione!

Del Gian, come lo chiamano molti, abbiamo già pubblicato una prima biografia, che sicuramente sarà possibile rivedere ed arricchire con nuove narrazioni che egli stesso ha promesso di fornirci.

Degli aspetti salienti della sua vita abbiamo pure riportato diversi fatti, ma a questi vanno aggiunte le competenze tecniche applicate al presepe della Collegiata e ai lavori di carpenteria in ferro installati all’Oratorio dei Rossi, di cui è stato pure Priore, ma neppure questi sono oggetto del presente aneddoto.
Ci riferiamo invece al suo furgoncino Piaggio Porter blu, protagonista del rito della processione della Trinità, riattivato, proprio grazie all’ostinazione di Cravero, poco dopo il 2000. Per garantire il trasporto della statua della Trinità, il Gian donò alla sua Confraternita un furgoncino che aveva acquistato appositamente perché di dimensioni ottimali per entrare ed uscire dal portone dell’Oratorio senza dover trasportare prima la statua e posizionarla su un veicolo all’esterno, con i comprensibili problemi di riuscire a trovare persone idonee a spostarla, e di interrompere il traffico sulla pubblica via, considerata la viabilità del centro storico del nostro paese.
Ad essere precisi, il camioncino in questione fece la sua prima comparsa in pubblico in occasione del Carnevale serravallese 2015, quando il Gian lo mise – simpaticamente e con coinvolgimento – prontamente a disposizione della Pro Loco per far sfilare l’allegoria Fin che la barca va (realizzata da Gianni Torchia e dai suoi collaboratori dell’associazione Amici dell’Arte) che presentava le caricature del sindaco e di alcuni assessori a bordo della silhouette di una imbarcazione. Grazie a questo suo gesto si riuscì a salvare la manifestazione poiché il furgone originariamente promesso, che avrebbe dovuto eseguire il trasporto, si rese indisponibile all’ultimo minuto col rischio di far saltare o comunque ridimensionare l’evento. La comprensione ed il legittimo orgoglio del nostro uomo furono più che sufficienti per rendere tempestivamente disponibile sé stesso ed il suo autoveicolo!
Anche questa è storia, minore forse, ma fatta dei tanti aneddoti che descrivono/testimoniano la quotidianità di un luogo e di chi ci vive od interagisce. Scrivere di storia è niente, dice il saggio, se nel narrarla non si espone chi la storia la incarna, cioè la gente. I valori di quest’uomo sono e restano indiscutibili ed è giusto che vengano presentati, anche con un po’ di ironia… no?

Il furgono di Gian Cravero in versione… carnevale!

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