VILLALVERNIA – Una lapide contro la guerra
24 febbraio 2025, terzo anniversario dell’inizio della guerra che sta devastando l’Ucraina. Chieketè vuole ricordare l’orrore di tutte le guerre chiedendo aiuto alla targa che l’amministrazione comunale di Villalvernia ha collocato all’ingresso del cimitero nel dicembre scorso, in memoria del bombardamento che ottanta anni fa, il 1° dicembre 1944, colpì la cittadina causando 114 morti e centinaia di feriti.
È un omaggio della cittadina ai propri caduti molto sobrio, ma, proprio per la sua semplicità, rappresenta un terribile atto di accusa contro tutte le guerre.
La grande targa riporta solo nome, cognome ed età di coloro che persero la vita sotto le bombe. Leggiamoli insieme, quei nomi e quelle età: Alda, di anni 2; Maria Grazia, di anni 3; Domenico, di giorni 58; Carla, di anni 7; Francesco, di anni 10; Giacomo, di anni 3… E potremmo continuare a lungo, perché furono 24 i fanciulli e i ragazzi caduti sotto le bombe; e poi i nomi di chi è stato sorpreso mentre stava lavorando, e di donne e uomini intenti alle loro incombenze quotidiane.
Le vittime innocenti di allora diventano dunque un monito contro tutte le guerre, la memoria degli orrori di ieri per non dimenticare le guerre e i conflitti del tempo presente.
Insieme alla targa proponiamo anche il testo del discorso che Giampaolo Pepe, Sindaco di Villalvernia e nostro collaboratore, ha pronunciato nel corso della cerimonia di inaugurazione (redazione Chieketè).

1° dicembre 1944 – Nessuno se l’immaginava. Le donne in casa, gli impiegati negli uffici, i bimbi nelle scuole. Era poco dopo le ore 14 quando gli aerei sganciarono le bombe. E seminarono morte. Padri senza figli, figli orfani di padre e madre, donne senza lo sposo, uomini vedovi. Crollarono le scuole, la sede della Società di Mutuo Soccorso, la canonica, decine di case. Intere famiglie scomparse. 105 i morti, 250 i feriti su una popolazione di poco oltre i mille abitanti. Villalvernia fu ridotta ad un aspetto di devastato cimitero.

In paese c’erano molti ferrovieri dalla direzione compartimentale delle FF.SS. di Genova. C’era il Movimento ed il Commerciale nel Municipio, i Lavori e la Trazione nella SOMS.
Fondamentale fu l’opera di soccorso compiuta dai sacerdoti, i chierici e le suore della “Congregazione divina provvidenza don Orione” di Tortona.
Il primo dicembre del 1957, lo abbiamo letto dalle cronache del tempo, durante il pomeriggio gran parte della popolazione si recò in pellegrinaggio al cimitero.
L’arciprete dopo le preghiere fece la proposta ai presenti di collocare una lapide col nome dei caduti nell’atrio del cimitero, sicchè restasse vivo per sempre il ricordo degli scomparsi. È questo un rispettoso omaggio alle vittime, ma anche un monito alle generazioni presenti e future a ricercare con convinzione la PACE.
La pace, oggi più che mai, è l’interesse primario di tutte le genti e le nazioni. La pace è la priorità. Abbiamo bisogno di pace come i polmoni hanno bisogno dell’ossigeno. Per questo, i governanti hanno la responsabilità primaria di lavorare incessantemente per fermare la guerra e creare le condizioni per ricostruire la pace.
Con la posa di questa lapide che riporta i nomi e l’età di coloro che chiusero per sempre gli occhi quel maledetto giorno del 1° dicembre 1944 noi vogliamo ancor più ribadire l’importanza di mantenere vivo il ricordo In un giorno come questo, ricordare non è solo un atto di nostalgia ma una vera e propria celebrazione della vita di chi è passato, lasciandoci valori, insegnamenti e momenti preziosi.

A futura memoria di quella tragedia che colpì il paese di Villalvernia, nel tempo venne intitolata una via (via Caduti I° dicembre); una lapide posta fuori della chiesa parrocchiale; una piazza intitolata a don Pierino Bonaventura, vittima e martire di quel giorno; all’interno della casa canonica, una llpide a ricordare due ragazzi, due allievi della scuola, Francesco Ratti e Vittorio Francesco Sicbaldi, che quel giorno ebbero le loro vite falciate dalla morte arrivata con le schegge di bomba appena sganciate per colpire mortalmente, infine fu posta una targa presso i giardini di Piazza Gritta dato che a riconoscimento della straordinaria dignità e forza d’animo dimostrate nell’affrontare la tragedia, il 5 ottobre 2006 al Comune di Villalvernia fu
insignito dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, della Medaglia d’Argento al merito civile.
Ricordo personalmente anni passati nella fanciullezza fino al tempo più recente, recandoci alla S. Messa commemorativa, immaginando lì accanto, sul nudo pavimento della chiesa, le salme di tutte le innocenti vittime appena composte cristianamente dai sopravvissuti e da coloro che portarono soccorso dai paesi vicini.

Il bombardamento di Villalvernia fu una strage, un eccidio che sconvolse la vita di un paese. Valga per i posteri, coloro che sono venuti dopo e coloro che verranno dopo di noi, il sacrificio offerto in termini di vite umane sofferto in quel triste giorno.
E allora, il mio pensiero corre alle vittime, 105 vittime. A Coloro che non ci sono più, da quell’ormai lontano 1° dicembre 1944, di venerdì. Noi tutti, qui oggi, ci siamo per Loro, riuniti nel ricordo, nella memoria, a celebrare questa intensa cerimonia. Senza di Loro. E per lo stesso motivo, senza di Loro, senza il Loro innocente, incolpevole sacrificio, noi non saremmo qui, oggi. Quelle vittime innocenti, villalverniesi autentici, volevano bene al loro paese, vivevano il loro paese, con la vita piena di sacrifici che si faceva sicuramente in allora, ognuno con le proprie possibilità e disponibilità. Ma col cuore. Sono stati traditi dalla mano ingiusta dell’uomo. Da quella cattiveria che talvolta si cela in noi. Da lassù, da dove sicuramente oggi ci guardano, sia testimonianza di affetto e gratitudine per il loro sacrificio, il gesto, un semplice, ma importantissimo gesto, che stiamo compiendo noi tutti oggi qui riuniti. Questo è il ricordo dei nostri 105 martiri. Coloro che fecero, tutti insieme, all’improvviso, in un sol giorno, nel volgere di pochi interminabili attimi, il passaggio dalla vita attiva, vissuta nel proprio paese natale, all’atto della morte fino al passaggio alla dimora definitiva.
Villalvernia guardi avanti, continui a guardare avanti ma senza dimenticare che è necessario ricordare. Per costruire un futuro di pace non possiamo dimenticare il dolore del passato. «Non c’è futuro senza memoria».
