“La terra dei Carlone” – Arte barocca tra Genova e l’Oltregiogo
Ritorniamo, dopo qualche anno, sul tema della bella mostra curata da Maurizio Romanengo alla Abbazia di San Remigio di Parodi Ligure nel 2019, organizzata dall’Associazione Oltregiogo e dal Comune.
Non deve essere stato facile per Taddeo Carlone decidere che da quell’anno si sarebbe definitivamente stabilito a Genova interrompendo la tradizione della sua gente che a Genova veniva per un periodo di lavoro e poi tornava alla amata terra natia in quel di Rovio nel Canton Ticino. Erano conosciuti come i migliori artigiani e intagliatori della pietra e dei marmi e a Genova, città egemone in quel tempo, erano molto richiesti per costruire e abbellire sia i palazzi pubblici sia le ville e i giardini dei ricchi patrizi genovesi e liguri. Siamo alla fine del secolo del ‘500 e Taddeo, patriarca di quella famiglia che divenne famosa nelle arti scultoree e figurative, prese questa storica decisione, forse conservando nel cuore la nostalgia delle stagioni che si avvicendavano tra estati luminose, autunni piovosi, inverni rigidi e primavere che invitavano a riprendere la strada verso il mare. Vogliamo immaginare che forse anche per questo legame con una natura pedemontana e collinare avesse trovato l’anima gemella, Geronima, in una componente della famiglia Verro, con proprietà a Voltaggio, in Oltregiogo, allora terra appartenente alla Repubblica Genovese. Ebbero numerosi figli e nipoti e quei luoghi costituirono per loro e i loro discendenti un amore corrisposto e duraturo.
Taddeo morì prematuramente e il primogenito Giovanni dovette sostituire il padre nell’attività di famiglia. Un altro figlio, Giovanni Battista, sposò Nicoletta Scorza, anche lei di Voltaggio e si stabilì a Parodi, in località Cadepiaggio, in un piccolo borgo suggestivo per la struttura raccolta e la posizione da cui si domina la valle e l’Abbazia di San Remigio. Quel piccolo borgo prese il loro nome e si chiama appunto Carlona, a dimostrazione di quanto si fossero inseriti nel nostro territorio. Nel borgo lasciarono importanti testimonianze, tra cui una Cappella, dedicata prima a Nostra Signora della Misericordia e poi a San Carlo, purtroppo demolita quando venne eretta la nuova chiesa parrocchiale di Cadepiaggio.
Esporre la prolifica e intensa attività artistica dei Carlone non è cosa semplice vista la ricca, diffusa e articolata produzione di tre generazioni di artisti che si sono susseguite. I lavori scultorei di Taddeo Carlone si trovano a palazzo Lercari Parodi, a palazzo Doria Tursi, nella Chiesa di San Siro e in tanti altri Palazzi e ville genovesi.
Il primogenito Giovanni rappresenta la svolta dei Carlone a favore dell’arte pittorica. Sue opere si trovano in tante chiese e ville genovesi, dalla Chiesa della Santissima Annunziata in Portoria a quella di Santa Maria Maggiore in Cogoleto a villa Soprani, alla Annunziata del Vastato, alla chiesa del Gesù.
L’altro figlio, il già citato Giovanni Battista, artista di grande talento, fu colui che ebbe più intensi e stabili rapporti con la nostra zona. Alla Carlona di Cadepiaggio visse per molti anni e dalla moglie Nicoletta Scorza ebbe ben 24 figli. Giovanni Battista lasciò ammirevoli opere su tela e affreschi. Nella chiesa della Annunziata del Vastato portò a termine il ciclo di affreschi iniziato con fratello ma innumerevoli sono i siti che ospitano sue opere, dalla chiesa di San Siro, all’oratorio di San Giacomo della Marina, da Palazzo Pantaleo Spinola a Palazzo Ayrolo Negrone o a palazzo Doria De Ferrari.
Giovanni Andrea Carlone, figlio di Giovanni Battista fu pittore raffinato che in un certo senso mise a frutto il lascito paterno e più in generale familiare, sapendo però cogliere anche i linguaggi artistici dei maestri della sua generazione. Le sue numerose opere sono presenti, oltreché in Umbria dove visse e studiò, nelle chiese genovesi di Santa Maria delle Grazie, di Nostra Signora del Carmine e Sant’Agnese nonché nella chiesa dell’Annunziata del Vastato e in collezioni private.
Questa breve incursione nella vita e nei lavori dei Carlone ci porta rapidamente alla loro presenza artistica in Oltregiogo, dettagliatamente documentata nel catalogo della citata mostra tenutasi in San Remigio
Partiamo proprio da questa Abbazia di cui fu rettore per un periodo uno dei figli di Taddeo, don Francesco Carlone che lì morì e fu sepolto.
Le opere che abbellivano la chiesa e con le quali la famiglia Carlone volle arricchire quella Abbazia a cui tanto tenevano sono oggi nella nuova parrocchiale di Cadepiaggio dedicata ai santi Remigio e Carlo. Qui troviamo il dipinto di Giovanni Carlone, “La resurrezione di Lazzaro”, recentemente restaurato. Accanto a questo dipinto la Chiesa di Cadepiaggio conserva altri lavori attribuiti ai Carlone o alla loro bottega ma che studi più recenti hanno assegnato ad altri artisti dell’epoca. Tra queste citiamo due importanti dipinti di Gio. Lorenzo Bertolotto anch’essi di recente restauro, “Il miracolo di Sant’Antonio” e “L’adorazione dei Magi” .
Da Cadepiaggio a Gavi, Chiesa di san Giacomo, dove troviamo di Giovanni Battista Carlone ” la Santissima Trinità coi santi Gerolamo e Francesco da Paola” che raffigura nella parte superiore la sfera celeste e in quella inferiore i due santi in ginocchio in segno di umiltà.
Sempre a Gavi e sempre per mano di Giovanni Battista nell’Oratorio dei Santi Giacomo e Filippo o dei Bianchi si trova un affresco di notevole bellezza recentemente restaurato che si estende sull’arcone di ingresso del presbiterio, nel Sancta Sanctorum , raffigurante i dannati durante “Il giudizio Universale”. Ancora a Gavi nel convento della Madonna di Valle, altra opera attribuita all’ambito di Giovanni Battista Carlone: si tratta dell’affresco che rappresenta “L’albero genealogico francescano” situato sulla parete orientale del chiostro, un’opera di notevoli dimensioni che rappresenta San Francesco attorniato da papi, imperatori e vescovi.
A Bosio attribuiti alla bottega di Giovanni Battista Carlone si trovano due opere nella Chiesa dei Santi Pietro e Marziano: “La Maddalena con i santi Giacomo Maggiore e Filippo” e lo “Sposalizio della Vergine” mentre a San Cristoforo nella Chiesa parrocchiale si trova di Giovanni Battista Carlone “Gesù in gloria tra la Madonna e San Giovanni Battista adorato dai santi” che fa riferimento alla peste vista come punizione di Dio per i comportamenti dell’uomo.
Ad Arquata Scrivia nella chiesa di San Giacomo Maggiore si trova il dipinto di Giovanni Battista Carlone ” I quindici misteri del Rosario” realizzato ad olio su lastre di rame di misure diverse. Le lastre di rame si connotano per i toni vibranti di qualità diverse e per l’utilizzo di modelli riconducibili alla bottega di Carlone, ben confrontabili con i “Misteri” affrescati a Piovera. Qui, nella Chiesa di san Michele Arcangelo, troviamo il ciclo di affreschi nella cappella del Rosario attribuiti a Giovanni Battista Carlone e bottega: “ Visitazione, Incoronazione della Vergine, Presentazione al Tempio, Annunciazione, Adorazione dei pastori” e i “Dieci misteri del Rosario” di formato ottagonale contro la parete di fondo.
A Busalla nella chiesa di San Giorgio Maggiore si trovano due grandi pale raffiguranti “San Paolo e la vergine Plotilla” e “Il martirio di San Paolo” provenienti verosimilmente da Genova, dalla Chiesa di San Paolo di Prè.
A Capriata d’orba nella Chiesa di san Pietro, attribuita alla bottega di Giovanni Battista Carlone si può ammirare una tela collocata sulla parete di fondo della terza campata della navata destra raffigurante “La Madonna e san Giuseppe intercedono presso la Trinità per le anime del purgatorio”.
A Casalnoceto Giovanni Battista Carlone, realizza una delle tele allora più prestigiose e oggi sconosciute: il “Ritratto di Ambrogio Spinola”, una composizione di grandi dimensioni del celebre condottiero che li, nel grande tempio di famiglia, ha sepoltura.
A Pontecurone nel palazzo municipale troviamo due opere a olio su tela di Giovanni Battista Carlone “Coriolano e la famiglia supplice” e “Rachele nasconde gli idoli al padre”. I dipinti mostrano una notevole qualità di esecuzione e rappresentano due momenti diversi della parabola artistica del pittore.
Nella Pinacoteca di Voltaggio sono conservati ben tre quadri olio su tela di Giovanni Battista Carlone ovvero “L’estasi di San Francesco d’Assisi”, “Sant’Antonio da Padova e il Bambino Gesù” e ” San Francesco sorretto da due angeli”.
Infine a Serravalle Scrivia, nella Chiesa dei Santi Martino e Stefano troviamo una bellissima tela raffigurante il “Martirio di Santo Stefano” di Giovanni Andrea Carlone, figlio di Giovanni Battista, rappresentante della terza generazione di artisti di questa straordinaria famiglia. Alla sincera dialettica del padre Giovanni Battista segue la maniera fine e elegante del figlio Giovanni Andrea che porta nelle proprie terre il bagaglio culturale romano e toscano. Con lui si può dire si concluda il rapporto artistico tra la famiglia Carlone e l’Oltregiogo.
Si conclude così anche questo virtuale breve percorso attraverso cui ci siamo fatti condurre dalla mostra “La terra dei Carlone” allestita nella Abbazia di San Remigio qualche anno fa. Quell’evento ebbe il merito di riproporre in maniera organica e dettagliata la presenza di questi importanti artisti del ‘600 genovese nel nostro territorio, di mettere in luce uno dei tantissimi legami identitari che abbiamo con il mondo genovese e di essere un invito alla riscoperta e valorizzazione di ciò che non sempre conosciamo di quel patrimonio che la nostra complessa e affascinante storia ci ha consegnato. Un invito senza scadenza che può sempre, anche oggi, essere raccolto e utilizzato.