Chieketè onlife 2022: perché onlife?
Cosa significa essere umani nell’era digitale? La domanda non è così scontata, se a un gruppo di ricercatori guidati da Luciano Floridi (il padre della filosofia dell’informazione), sono occorse più di duecento pagine per metterla a fuoco. È l’Onlife Manifesto: una serie di tesi sul modo in cui la tecnologia delle comunicazioni ha cambiato la nostra vita. Alla base sta appunto il riconoscimento dell’esperienza onlife – online e vita – dove dicotomie scontate come quelle fra reale e digitale o umano e macchina non sono più sostenibili in maniera nitida.
È la definizione[1] che incontrate se consultate il dizionario Treccani online al lemma onlife.
Non che cercassimo di complicare la vita ai nostri potenziali lettori, ma volevamo spiegare, con una sola parola, lo scopo di un’operazione che sarebbe potuta sembrare un’inutile duplicazione. L’antologia di scritti già ospitati sul sito ha un senso se provate a pensare a come potreste presentare il paese dove abitate ad un forestiero. Non sarebbe certo efficace dirgli: «Consulta il sito di Chieketè!», dandogli poi l’indirizzo che serve a raggiungerlo.
Se invece gli mettete tra le mani questo libro, può anche darsi che cominci a capire qualche cosa di noi! Che abitiamo questo Paese stretto e lungo, di cui ci lamentiamo sempre: per il traffico, per le cose che vorremmo ci fossero e non ci sono, questo paese povero brutto sporco e caro, dove nessuno di noi era nato, o aveva vissuto, ma che pur tuttavia era per noi qualche cosa: vorremmo dire qualcuno[2].
Vedendo le belle fotografie, godendo le storie che racconta chi lo vive nei suoi ricordi, chi ci ha passato la giovinezza (magari catapultato qui da lontano), chi ne ha custodito il dialetto; leggendo le vicende che tessono le biografie di chi gli ha immolato persino la vita, di chi gli ha fatto onore con le sue opere (concrete e spirituali), forse potrà capire perché, pur non dicendolo a voce troppo alta, in fondo, siamo orgogliosi che sia il Nostro Paese!
Ecco allora il senso della nostra più recente operazione editoriale: poter offrire oggi ai nostri concittadini e, tramite loro, anche ad altri, una rappresentazione della nostra Collettività. Con la bellezza della semplicità di alcuni testi – che non sono certo candidabili a premi letterari – ma che dicono molto di chi siamo, con le immagini, con i ricordi.
È un libro da tenere a portata di mano: quando vogliamo spiegare a qualcuno perché val la pena di capire questo nostro paese; o quando anche noi ci dimentichiamo di apprezzare quanto di bello ci offre.
[1] In realtà la definizione è questa: La dimensione vitale, relazionale, sociale e comunicativa, lavorativa ed economica, vista come frutto di una continua interazione tra la realtà materiale e analogica e la realtà virtuale e interattiva. Quella riportata è la spiegazione che la segue.
[2] Così Pierluigi e Ettore Erizzo ne Il regalo del Mandrogno.