ADREANI, Adriano
(Genova, primo gennaio 1942 – Novi Ligure, 27 agosto 2022).
La moglie e i figli lo ricordano così: un tipo burbero, dal cuore tenero.
di Alda Colombara, Laura e Sergio Adreani
Adriano Adreani, nome da scioglilingua, era nato a Genova dai genitori Amedeo e Gina Nassi il primo gennaio del 1942: data di cui è sempre andato molto fiero, come pure del fatto di avere un cognome sempre in cima agli elenchi.
Di sicuro una notte di festeggiamenti quella della sua nascita, ma anche di bombardamenti. Motivo per cui Adriano era solito dire che quegli scoppi dal cielo non erano i botti di saluto al nuovo anno, bensì suoni di guerra.
Non stupisce, pertanto, che all’insegna di questo incipit, egli abbia condotto una vita non certo semplice.
Infatti, anche se resta del tutto evidente come quegli anni fossero già assai duri per tutti, va detto che per la sua famiglia lo furono sicuramente un po’ di più, dal momento che il padre Amedeo – antifascista e partigiano – fu ucciso durante l’insurrezione di Genova, il 24 aprile 1945 (praticamente a un passo dalla oLiberazione), lasciando moglie e figlio a cavarsela da soli.
Passando sotto il Ponte Monumentale del capoluogo ligure, come pure sempre a Genova, ma in Via Vinzoni, è ancora possibile leggere il suo nome sulle targhe in onore dei caduti per la libertà.
Con tali presupposti è facile comprendere come le vicissitudini personali abbiano sempre e fin dall’inizio influenzato Adriano in maniera determinante nel suo modo di essere, di pensare e di comportarsi.
Pur costretto a diventare adulto molto in fretta e nonostante abbia dovuto, per tale motivo, indurirsi nel carattere, ha tuttavia abbracciato senza esitazione i principi della solidarietà e dell’altruismo, ritenendo – in qualsiasi contesto si trovasse: personale, lavorativo, o sociale che fosse – le necessità della Comunità sempre prioritarie rispetto a quelle individuali.
Uomo sempre assai pratico nelle scelte, ha imparato a lavorare grazie alle scuole professionali dove, curioso e intelligente com’è sempre stato, ha finito col saper fare un po’ di tutto.
Il 12 maggio 1966 Adriano ha sposato Alda Colombara (storica docente di lettere presso il liceo classico di Novi Ligure n.d.r.), dalla cui unione sono nati Sergio e Laura coi quali, dopo un periodo trascorso a Rho dove ha lavorato presso la raffineria IP, nel 1980 si trasferisce definitivamente a Serravalle Scrivia, iniziando a lavorare presso il porto di Genova.
Durante le proprie esperienze lavorative, in ambienti sicuramente insalubri e dalle mansioni usuranti, ha ricoperto ruoli sindacali dedicando grande attenzione alla tutela dei diritti dei lavoratori e alla sicurezza sul posto di lavoro.
Arrivata, infine, la meritata pensione Adriano non smette però di darsi da fare.
Da persona sempre attiva qual era, infatti, continua a rendersi utile per la Comunità, intraprendendo diverse iniziative di volontariato.
Non a caso, infatti, è tra i primi a caldeggiare la costituzione di un Centro Anziani a Serravalle Scrivia (realizzato poi nel 2003), come pure – sempre memore della propria storia personale, di figlio di partigiano ucciso dai fascisti – diventa presidente dell’A.N.P.I. di Serravalle Scrivia e Stazzano.
In tale veste ha realizzato numerose iniziative, volte a sensibilizzare studenti e giovani in generale sulla Storia partigiana e sull’importanza dell’antifascismo.
Socio fondatore dell’associazione Auser insieme per Serravalle, è stato tra i protagonisti della creazione del “Giromondo” dove, per molti anni, si è occupato della raccolta e distribuzione di abiti e altro materiale a chiunque avesse necessità.
Adriano era un uomo che amava profondamente la natura, il mare, gli spazi senza confini, detestando invece ogni tipo di imposizione, con tutti i risvolti che tale modo di pensare comporta. È scomparso, all’età di ottanta anni, il 27 agosto 2022.