LANZA, Don Bruno
Sacerdote – (Silvano d’Orba, 1928 – Alessandria, 9 gennaio 1993).
- Don Bruno Lanza nasce a Silvano d’Orba nel 1928
- è stato parroco di Cassano Spinola per 27 anni.
- per meno di un anno, dal 15 febbraio 1992 al 9 gennaio 1993 (giorno della sua morte) è stato parroco di Serravalle Scrivia
TRAMITE IL GIORNALE “IL PICCOLO”
Il nuovo parroco saluta Serravalle
SERRAVALLE SCRIVIA — Arrivare in una piccola cittadina da un paese, seppure vicinissimo ad essa, è sempre difficile: se poi si è un arciprete, e si deve raccogliere la difficile eredità di un predecessore amatissimo, come don Teresio Angeleri, recentemente scomparso in circostanze tragiche, tutto diventa ancora più duro. Ma don Bruno Lanza, nuovo arciprete serravallese, non è persona che si lascia demoralizzare dalle difficoltà presenti in ogni nuova impresa, e percio, proveniente dalla vicina parrocchia di Cassano Spinola, ha pensato di rivolgere ai suoi nuovi parrocchiani uno speciale saluto proprio dalle colonne de “IL PICCOLO”, sicuro che la carica di simpatia che lo cntraddistingue risulterà contagiosa e lo imporrà ben presto all’attenzione dell’intera Serravalle Scrivia.
Ecco quindi riportato integralmente il testo della missiva:
«Carissimi nel Signore, senza preamboli e con estrema confidenza mi presento: sono il vostro nuovo arciprete. Mi chiamo don Bruno. Sono originario di Silvano d’Orba laddove sono nato da umile famiglia, e provengo dalla vicina parrocchia di Cassano Spinola.
Non sono più giovane. Anzi, anagraficamente ho un età…pensionabile. E tuttavia la fiducia del vescovo mi è venuta a..pescare, mentre ero intento a portare a compimento un programma di attività febbrili, in vista e a coronamento di un centenario imminente (1893-1993) e importante per quella chiesa.
Gli stavate a cuore, ve lo assicuro. E, dopo aver esperito i sondaggi e le vie dell’umano discernimento, il nostro vescovo ha pensato a me. Bontà sua, mi ha ritenuto idoneo, nonostante i limiti che, come tutti, porto con me, di continuare l’opera e i progetti pastorali del compianto arciprete don Teresio Angeleri e di far compiere un salto di qualità al rinnovamento della parrocchia di Serravalle, nel solco del Concilio Ecumenico Vaticano II.
La mia risposta, ve lo assicuro, è stata molto sofferta, anche se non posso negare di essere stato agevolato, nel maturarla, da un improvviso… “ritorno di fiamma”.
La successione al compianto don Teresio non è certo delle più comode. La difficoltà e i problemi non sono oggettivamente, né pochi né di facile soluzione.
Turbamento, trepidazione e ansia nel decifrare un disegno misterioso di Dio che si andava gradualmente dipanando e nel valutare criticamente e quasi impietosamente le mie concrete risorse umane a scanso di scelte ambiziose e temerarie, mi hanno sottoposto ad un travaglio interiore struggente. Ma anche fecondo per me: con la fede ho scoperto il valore dell’umiltà, che, come affermava lo scrittore Bocchelli, è “la più difficile vittoria dello spirito, la virtù delle virtù: dove essa manca ogni altra si sfigura e si ammalora ”, ed ho quindi raggiunto la maturazione dell’obbedienza alla volontà di Dio, espressa dalla chiamata e dal mandato del vescovo. «Eccomi, sono pronto! Io Vado, senza discutere, dove mi manda. “In virtute domini”, con la forza di Dio!». Questa fu la mia risposta.
E da quel momento mi sono sentito liberato come da un incubo, disteso, leggero come un angelo, trasportato nel vigore di una ritrovata giovinezza nel cuore.
Vi dico, dunque con sincerità, che a Serravalle, con tutti voi, nessuno escluso, vengo contento; anche se, da facile profeta, posso intravedere che il mio, tra voi, potrà configurarsi, non diversamente da quello di Cristo Salvatore, come un..“viaggio verso Gerusalemme” (dal capitolo 4 al capitolo 22 del vangelo di Luca). Certo, con il solo rammarico di dover lasciare una porzione del ‘popolo di Dio ‘ che è a Cassano, che fu per me una famiglia, con la massima parte della quale mi pare di essere riuscito a intrecciare indimenticabili rapporti fraterni, caldi, confidenziali, amabili e operativamente produttivi, come mi auguro di poter realizzare anche con tutti voi. E come, un tempo, riuscì a quel grande e santo parroco di Serravalle che fu monsignor Guerra.
In attesa di incontrarci presto e conoscerci meglio, vi invio il mio primo affettuoso e benedicente saluto».
Don Bruno Lanza