Viva il Presidente!
Una gran fortuna per me è l’essere tornato a Serravalle. In questo periodo pandemico, mentre tutti i ‘chieketari’ non hanno grandi possibilità di movimento e di accesso a fonti storiche, io non solo posso vantarmi di abitare nello stesso palazzo dove vive il Presidente Onorario della nostra Associazione, ma scendendo di un solo piano posso incontrarlo direttamente, “de visu” direbbero i latini e gli abitanti di Libarna antica. Anzi, attivissimo nonostante gli anni e le primavere, ottantotto quest’anno compiuti a marzo, è spesso lui che, salendo di un piano mi fornisce documenti, fotografie, giornali, poesie. Sì, le sue poesie, perché ovviamente stiamo parlando di Gianni, non quello nazionale, il Morandi insomma, che a noi poco interessa, ma il nostro grandissimo poeta dialettale, il Serravallesissimo Gianni Bobbio.
Ex comandante del Casello autostradale del nostro grande paesello, Gianni ha avuto la possibilità di conoscere ed incontrare personaggi che hanno fatto la storia d’Italia e del Mondo. E sì, perché a Serravalle si sa, ci passa un sacco di gente. E così lui, il Gianni dico, mi parla di Aldo Moro, del Negus Ailé Sellasié, di Christian Barnard, di Prodi e di Andreotti, di Nenni e Fanfani, del Re del Belgio Baldovino e di sua moglie la Regina Fabiola, di Richard Burton e di Rex Harrison, di Sandro Mazzola, Corso e Suarez, di Mina, Ornella Vanoni, Claudio Villa e Nicola di Bari, del Generale Dalla Chiesa, del Senatore De Martino e tanti altri ancora. Tutti conosciuti qui, a casa nostra e per ciascuno di questi mi racconta fatti, aneddoti e pettegolezzi. Gianni è un fiume in piena quando attacca, ‘u po propriu u Scriviòun’ e io bevo beato queste sue storie con un sorriso stampato in faccia, felice della sua amicizia.
Ma l’incontro principe lo ebbe non già qui fra la Scrivia e l’Appennino, nei pressi dei ‘cablotti’ autostradali nei quali lavorò anche mio nonno Giuseppe ‘Pippo’ Bugané, bensì a Roma, in Vaticano. Novello sposo, il Gianni era con la moglie davanti al Papa rivoluzionario, quello del Concilio Vaticano Secondo, l’indimenticabile Angelo Giuseppe Roncalli da Sotto il Monte, il buono per eccellenza, il mitico Papa Giovanni XXIII. Questi, visto il Gianni genuflesso davanti a lui, gli pose una mano sul capo. Singolare fu la benedizione che gli impartì.
“Figliolo, chi ti tagliò i capelli in questo modo?”
“Il mio barbiere, vostra Santità!” rispose un Gianni fra lo stupito e l’interdetto.
“Che Dio abbia pietà di lui, figliolo mio!”
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