La strana estate del 2002
Piove da quarant’ore.
Prega il suo dio degli argini,
protettore dei ponti
lo Scrivia senza pace.
E’ gonfio ancora il cielo
che straripa
di nuvole veloci.
Penso all’estate
che forse ha rinunciato
a visitar quest’anno
la pianura.
Dov’è finito il sole?
Quanto vorrei la fiacca d’un meriggio
ossessionato da cicale in canto!
Non c’è controra qui
e pure a mezzogiorno
il fragore dei tuoni
zittisce i miei ricordi.
(Spini di fichi d’india,
pietre bianche
a riflettere arse
il bagliore cocente:
flusso distorto nella corrente
di nostalgia che indugia).
Nella pioggia battente
non canta la sirena
per irretire i naufraghi
qui lo fa come sempre
per attestare il termine
del tempo.
(Diluvia, forse è meglio
rinforzare gli ormeggi!)
Al nord privo di rondini
s’è smarrita la gioia.
Benito Ciarlo – 6 giugno 2002