UNA GIORNATA NELL’ANTICA LIBARNA
Il 27 maggio 2018 nell’Area archeologica di Libarna sì è tenuto una straordinaria rievocazione storica dal titolo: “Una giornata nell’antica Libarna: vita quotidiana, riti e passaggi”, organizzata dalla Soprintendenza, dall’Associazione Libarna Arteventi, con la collaborazione del Comune di Serravalle Scrivia, del Consorzio tutela del Gavi e la partecipazione del Gruppo Praefectura Fabrum.
La manifestazione è documentata dal video che apre questo articolo, incentrato su un reportage fotografico realizzato da Giovanni Uras.
La rievocazione ha proiettato il pubblico in una giornata di vita quotidiana di un cittadino romano di Libarna vissuto nei primi secoli dell’Impero, nei vari momenti, dall’alba al tramonto e soprattutto durante occasioni speciali come un matrimonio, quello tra Viria Fidia e Lucius, un banchetto o in ambito ludico all’anfiteatro, a vedere una lotta tra gladiatori, oppure a teatro ad assistere a una commedia di Plauto.
Grazie al gruppo Praefectura Fabrum, il pubblico ha potuto immergersi nella storia, nei luoghi e nei protagonisti della vita di Libarna romana, a noi noti dalle fonti storiche e archeologiche, attraverso la guida e la narrazione degli archeologi.
Perché una rievocazione storica per raccontare un sito archeologico?
Con l’aiuto della finzione scenica si dà infatti al visitatore la possibilità rivivere le rovine attraverso il racconto della vita quotidiana, nel caso dell’evento di Libarna attraverso quattro quadri si è semplicemente cercato di ricreare la sensazione di trovarsi per quelle strade, di respirarne gli odori, ascoltare le voci provenienti dalle botteghe, i rumori degli artigiani e persino essere invitati ad un banchetto, oppure di adagiarsi su appositi letti abbandonandosi, nella migliore disposizione dell’animo, al vino e alla compagnia.
Sicuramente un’occasione e un pretesto per ulteriori approfondimenti.
Tutto ha preso avvio da una strada di Libarna, nel primo secolo dopo Cristo, periodo di massima espansione e bellezza, nella casa di Lucio e Viria Fidia, nel giorno del loro matrimonio.
Dalla presentazione dell’evento (di Iudica Dameri).
“Benvenuti in città! “.
La guida accoglie così un gruppo di visitatori all’area archeologica di Libarna.
“Insolito e familiare saluto di benvenuto” si alza una voce dal gruppo, ma ciò predispone all’ascolto, sembrano interessati e dopo un’introduzione alla storia degli scavi la guida li accompagna al belvedere che vuol essere “lo sguardo sulla città”.
Ecco i due isolati urbani, “tagliati” dal decumano massimo che ci conduce sino all’anfiteatro “costruito – precisa la guida – irritualmente all’interno del tessuto urbano”.
Silenziosamente il gruppo ascolta e osserva. Lo sguardo è meravigliosamente disorientato, incredulo di fronte a quel reticolato di “linee di pietra” più o meno distanti tra loro, di non facile lettura.
“Sono le fondamenta delle insulae, le case dei romani”.
Un poco alla volta tutto prende forma e nasce un’irresistibile voglia di scendere in area: la curiosità rompe il silenzio e immaginare “vita” tra quelle “pietre” non è stato mai così facile.
Il racconto prosegue: ecco indicare quei solchi lasciati dai carri per le strade evocare le voci, le urla di venditori ambulanti giunti in città per vendere i prodotti delle campagne.
“Le linee di pietre” diventano il pianterreno delle insulae, con i porticati da cui si aprono gli ingressi delle abitazioni e delle botteghe.
All’angolo, tra il decumano massimo e un cardo minore, è possibile scorgere una caupona, un albergo diremo noi oggi, con una tabernae al piano inferiore e le camere in quello superiore e solo un poco più in là una fullonica, un’antica tintoria.
In questa giornata si vuole narrare la città attraverso una serie di riti quotidiani, passaggi che permettono di cogliere non le differenze, ma la continuità tra il mondo di ieri e quello di oggi.
La degustazione tra antichi e nuovi sapori.
L’evento ha ospitato anche un percorso del gusto sotto la cornice dell’archeologia del cibo: le specialità di Serravalle e del territorio hanno incontrato i prodotti De.Co. di Gavi.
Libarna è inserita in un contesto paesaggistico di grande suggestione, è l’antico tassello di un mosaico ricco di storia, cultura, natura e tradizioni, dove cibo e vino custodiscono ancora oggi l’espressione più autentica di questa terra di confine che accoglie il vento del mare.
È bello immaginare Libarna come una cittadina fiorente, con un’economia basata sui traffici commerciali e dove accorrevano i contadini delle vallate a vendere i propri prodotti.
Il percorso del gusto proposto ha visto un banco d’assaggio di Gavi Docg abbinato ad un paniere di prodotti De.Co. di Gavi con alcune tipicità di Serravalle Scrivia e del territorio.
Da un calice di Gavi Docg all’incontro tra: torta di riso, testa in cassetta, baci di dama, canestrelli al Gavi, grissini dei F.lli Mersoni, gallette di farro, focacce rustiche alle erbe aromatiche, bacio di Libarna, Coppa al Gavi e formaggio Montebore.
Al tramonto, avendo come sfondo scenografico l’anfiteatro, i visitatori hanno potuto concludere la giornata assistendo al concerto d’arpa di Sara Terzano con musiche di: Haendel, Naderman, Tournier, Godefroid, Hasselmans, Glinka, Satie, Salzedo, Morricone.
Tra musica e archeologia, è stata l’esplorazione-concerto dal titolo “Echi di pietra e di corde” con cui l’arpa di Sara Terzano, specializzata nell’indagine sul dialogo tra le varie espressioni artistiche, in particolare sul rapporto tra musica e architettura, ha guidato il pubblico in una nuova percezione della città romana, giocando sulle affinità e sui contrasti che scaturiscono dal rapporto tra uno strumento moderno, ma dalle origini arcaiche, e un luogo dal grande fascino storico come il sito archeologico di Serravalle Scrivia.