La Polifonica. Ricordo nel venticinquesimo anniversario (2005) di chi non c’era più.
Eppure, negli anni, quella voce non è cambiata. S’intende la voce, quella del Coro, quella dell’Orchestra, è sempre la sua, la conosciamo bene, è sempre la voce della nostra Polifonica.
E allora perché non crederci…
Ci sono anche loro? Quelli che ai nostri occhi stanchi e distratti non ci sono più? Sono qui, in questa Chiesa, fra noi, qui in questa nostra cara Parrocchia?
E allora, perché non chiudere gli occhi, perché non crederci…
Li senti in quei do, rossi come il sole che sorge quieto nelle mattine d’inverno, forti, umani, nostri
Li percepisci nei re e sanno d’arancio, netti e puri come l’aria di marzo, vivi, ricchi, buoni
Li odi nei mi, gialli come gli occhi di primula nel sottobosco a primavera, lucenti, dolci, sereni
Li avverti nei verdi fa dell’estate, fra fronde d’albero e il frinire di cicala, potenti, gioiosi, raggianti
Li ascolti nei sol d’acqua azzurra che d’ottobre bagna la terra, freschi, limpidi, puliti
Li riconosci nei la lucenti di nebbia che sa d’indaco a novembre e che ci avvolge, pieni, lenti, maestosi
Li cogli nei si di una notte viola fra le stelle, sotto il Santo Natale, e nel silenzio sacro, le voci sono le loro, a noi care, benvolute e gradite
Grazie amici, per noi, per noi polifonici ci siete ancora, qui, dentro di noi, per cantare e suonare insieme, per sempre…
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