Le dimenticate spalle di ponte della Via Postumia
Pochi saranno a conoscenza della presenza di spalle di ponte della Via Postumia nel tratto tra Villalvernia e l’ingresso della città di Tortona. Queste spalle di ponte si trovano in corrispondenza dei rii Vaccaruzza, Magarotto e del torrente Ossona. Oggi ne sono visibili alcune parti sul rio Magarotto, mentre quelle del rio Vaccaruzza sono state ricoperte dal terreno che vi è franato sopra, anche se, anni fa, sono riuscita a fotografarle e in seguito a farle geolocalizzare dalla Soprintendenza archeologica del Piemonte.

Facciamo però un passo indietro per raccontare del loro ritrovamento e della loro segnalazione. Sono nativa di Carbonara Scrivia e da sempre sono appassionata esploratrice del territorio circostante. Dalle letture di Don Clelio Goggi, prevosto del mio paese e autore di un ponderoso testo Storia dei Comuni e delle Parrocchie della diocesi di Tortona, prendevo suggerimenti su piccole ispezioni in luoghi di interesse storico e archeologico da lui descritti. Così mi capitò di leggere il capoverso, riferito a Carbonara, che vi sottopongo.
… Ai piedi dell’altopiano sul quale sorge Carbonara si trova la via, ora campestre, dai vecchi denominata Strada di Piacenza, perché saliva sul colle tra Tortona e Sarezzano, scendeva a Viguzzolo, andava a Codevilla e si dirigeva a Piacenza. É tradizione che in questa via passassero le lacere truppe spagnole che si disperdevano poi nei campi in cerca di radici mangiabili. Spalle di ponte si trovavano sull’Ossona, sul Magarotto e sulla Vaccarezza, segno che colà passava la strada.
Il riferimento a Piacenza, la posizione dell’antica strada interpoderale e delle relative spalle di ponte mi fece balenare l’idea che il tracciato fosse quello della Via Postumia e che le spalle di ponte potessero ancora, almeno in modo parziale, esistere. Così, armata di buona volontà e disponibile anche a qualche incidente con le spine dei rovi che costeggiano i nostri rii, mi recai in ricognizione e fui ricompensata degli sforzi fatti.
Conoscevo bene la Stra’ ad Piacensa, facilissima da trovare e da riconoscere perché dal Magarotto all’Ossona è precisamente parallela alla Strada Statale dei Giovi, passando attualmente dietro alla zona industriale di Carbonara Scrivia. Mi bastò individuare l’accesso alla vecchia strada, girarmi verso il rio Magarotto, attraversare un po’ di boscaglia e le spalle di ponte erano lì, rovinate dalle piene del piccolo corso d’acqua, ma da secoli lì, in direzione precisa del torrione d’epoca romana, trasformato in tempi precedenti in paracarro, visibilissimo al lato della Strada Statale dei Giovi.


Ho poi proseguito le ricerche sul Rio Vaccaruzza proprio all’ingresso del Comune di Villalvernia. Qui la situazione si presentava più complessa, sia per l’intrico della vegetazione, sia per la presenza di piccoli fabbricati ad uso agricolo. Seguendo però le tracce lasciate dall’aratura in un campo vicino al rio che rivelavano una grande striscia di materiali in linea retta ho rinvenuto le spalle di ponte, ben conservate anche se coperte di arbusti e terreno franato.

La ricerca sul torrente Ossona, in prossimità del cosiddetto Ponte di San Benedetto, nel territorio del Comune di Villaromagnano, non ha dato però risultati positivi, anche se in un articolo della Pro Iulia Derthona a firma del Prof. Giorgio Sacco è narrato il ritrovamento di tombe, di reperti di epoca romana e di spalle di ponte nello stesso luogo1. Probabile che le stesse siano state distrutte durante lavori agricoli e i resti poi trasportati dalle piene del torrente.

Avendo il contatto dell’allora Soprintendente archeologico del Piemonte, Dottoressa Marica Venturino Gambari, segnalai il ritrovamento delle spalle di ponte fornendo anche la documentazione fotografica. In conseguenza della segnalazione, a distanza di tempo, venne inviata un’incaricata della Soprintendenza archeologica del Piemonte per un sopralluogo. Ricordo che accompagnai l’archeologa, di cui purtroppo non ricordo il nome, e le spalle di ponte furono geolocalizzate. Durante il sopralluogo ci rendemmo conto che le spalle di ponte sul rio Magarotto, pur se ulteriormente erose, erano ancora, come anche oggi, ben visibili, mentre quelle sul Rio Vaccaruzza erano state quasi completamente ricoperte da terriccio e arbusti.
L’articolo si propone di ricordare l’esistenza di questi resti archeologici nella soddisfazione di averne segnalato la presenza ai fini di studio, pur consapevole del destino che questi ruderi avranno, cioè quello dell’ulteriore degrado fino alla scomparsa.
- Rivista della Pro Iulia Derthona, Sacco Giorgio, Immersione nel passato: miscellanea dertonensia, 2/XXXIX-XLII, 1968, pp. 35-60 [↩]