Al Ponte della Madonnetta
Qualche tempo fa Giacomo Schiaffino (Mino per tutti) mi ha mandato via smartphone la riproduzione di una cartolina d qualche decennio or sono dove si vede una donna che impugna una lunga canna da pesca appena a valle del Ponte della Madonnetta.
Quando è stata scattata la foto? Chi era la signora in azione di pesca? Da dove veniva, come si chiamava?
Per rispondere a queste domande io e Mino abbiamo fatto ricorso alla nostra memoria ed ecco quel che ne è risultato…
L’epoca della foto è intorno al 1970, magari anche qualche anno prima. A quel tempo, nella bella stagione, si incontrava quotidianamente quel personaggio particolare di donna pescatrice.

Si chiamava Amalia, abitava a Novi Ligure e aveva allora una settantina d’anni. Preferiva pescare con il galleggiante nella zona della Scrivia poco sopra o poco a valle del Ponte della Madonnetta. Aveva sempre un cappello di paglia a tesa larga, un vestito di cotone comodo che arrivava al ginocchio, giusto al bordo degli stivali di gomma che portava sempre anche quando faceva un gran caldo.
Con la canna di bambù lunghissima, una borsetta minima per i ricambi, una reticella per le catture si completava la sua attrezzatura.
Durante i mesi di giugno e luglio affittava una piccola casa fra le più vicine al torrente a valle del Ponte della Madonnetta. In questo modo minimizzava gli spostamenti e poteva dedicare un gran numero di ore al suo passatempo preferito. Tratteneva qualche pesce, ma se non li cucinava, li regalava.
Viveva molto semplicemente e non sempre era disponibile a chiacchierare ma era sempre attenta ai ragazzi che erano a pesca. Nessuno di noi si mise mai nei guai con gli occhi di Amalia che ci seguivano.
La più significativa interazione con Amalia riguardava l’approvvigionamento delle esche. Ho ancora vivo il ricordo di lei che chiedeva: «Hai mica degli omprichi?»
Naturalmente intendeva i vermi di terra, ma nessuno di noi ragazzi glielo fece mai notare…
Furono per me anni felici e il ricordo della Signora Amalia è un cameo che mi rallegra anche a distanza di così tanto tempo.
Se qualcuno dei lettori di Chieketè avesse qualcosa da aggiungere o rettificare ce lo faccia sapere.