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Nuove acquisizioni per il castello di Arquata

Arquata nel 1870, da un disegno di Domenico Cambiaso.

La parola castello suscita sempre un certo fascino non solo tra chi si occupa di storia, ma anche nei confronti di chi è interessato ad ascoltare storie, grandi e piccini che siano! Sabato 18 gennaio 2025 ad Arquata si parlerà del suo castello e si racconterà come il medioevo si può intrecciare con le più moderne tecnologie.

Sabato 18 gennaio 2025, alle ore 15.30, ad Arquata, presso il salone della Società Operaia di Mutuo Soccorso in piazza Vittorio Veneto, si terrà una conferenza, organizzata da UNITRE – Università delle Tre Età Arquata e Grondona, dal titolo “Nuove acquisizioni archeologiche tramite georadar per il castello di Arquata”. Sarà l’occasione per divulgare i risultati dell’analisi attraverso georadar effettuati sulla collina del castello il 24 aprile 2024.

Noto anche come GPR (ground penetrating radar), il Georadar è un metodo di indagine non invasivo utilizzato per lo studio del sottosuolo a bassa profondità che si basa sulla riflessione delle onde elettromagnetiche trasmesse nel terreno. In archeologia, lo scopo è quello di permettere di ipotizzare la presenza di ambienti sotterranei o vestigia di manufatti senza ricorrere a movimentazione di terra o addirittura a indicare in quale punto effettuare saggi o scavi.

La conferenza spiegherà il funzionamento del georadar, il suo impiego ad Arquata, i risultati emersi. Ma non solo. Saranno illustrate altre emergenze archeologiche visibili sul terreno, la storia del castello, l’aspetto che poteva avere in base ai risultati emersi e soprattutto si discuterà su quali potrebbero essere i prossimi passi da percorrere per studiare, riscoprire e valorizzare l’area.

Gli interventi si susseguiranno secondo il seguente programma:

  • Inquadramento storico, a cura di Davide Canazza
  • Funzionamento del georadar, a cura di Domenico Ponta
  • Esperienza di impiego, a cura di Ivan Repetto
  • Sviluppi futuri, a cura di Simone Lerma della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Alessandria Asti e Cuneo

La conferenza è a ingresso libero.

Un pensiero su “Nuove acquisizioni per il castello di Arquata

  • Matteo MARINO

    📜 Fare storia e urbanistica senza visione di contesto? Impossibile.
    🎤 Dopo l’interessante presentazione odierna delle novità archeologiche sul castello di Arquata ( Davide Canazza, Ponta, Repetto, Lerma) presso UNI3 Arquata-Grondona, emerge con forza un punto cruciale: non si può più analizzare il passato – né progettare il futuro – senza considerare il contesto.
    🔎 La Genova del XII secolo e la strategia militare: un intreccio di difesa e potere.
    Tra il 1155 e il 1159, mentre Genova innalzava le sue mura e Arquata si affrancava da Montalto di Rigoroso innalzando il castello, l’Impero e la città consolidavano i loro confini e il controllo territoriale. Era l’epoca della guerra tra Federico Barbarossa e la Lega Lombarda, un periodo in cui i castelli diventavano simbolo di strategia e sopravvivenza.
    🏰 Focus sui castelli del Genovesato:
    Ogni fortificazione racconta una storia di vie strategiche, potenziamenti e collegamenti vitali per il controllo dei commerci e delle rotte.
    Voltaggio: Presidio strategico verso il Novese.
    Savignone: Sentinella verso la pianura Padana.
    Della Pietra: Guardiano della Val Vobbia.
    Gavi: Nodo chiave lungo la Postumia.
    Campo Ligure: Cuore difensivo della Valle Stura, con castello simile a quello di Arquata.
    Rocca Grimalda e Carrosio: Cruciali per i collegamenti con il Monferrato.
    Crocefieschi: Custode delle vie appenniniche verso il Po.
    📍 Conclusione:
    Le fortificazioni non erano solo mura e pietre: erano la risposta a un mondo in continua trasformazione politica e militare. Comprendere la loro storia significa leggere il territorio, i commerci e le strategie di un’epoca che ancora oggi ci insegna il valore della visione di contesto. Incediamo allora verso il futuro anche con l’aiuto della tecnologia, ritrovando le radici.
    ⬆️Venendo all’oggi la Valle Scrivia sotto l’amministrazione metropolitana di Genova ha speso 10 milioni di € per i castelli: della Pietra, Senarega, Borgo Fornari, Isola, Montessoro (500k €), Savignone. Tali iniziative non hanno tuttavia generato risultati apprezzabili.
    “Non basta salvare i castelli, bisogna valorizzarli, inserirli in rete” (cit. Pedemonte).
    Mentre per i castelli a rudere si deve provvedere ad un’opportunità manutenzione ordinaria: ad Arquata i rangers hanno pulito l’area del castello in soli tre giorni, a premessa della campagna di ricerca archeologica con il georadar.

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