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Estate 1954. Inaugurazione della “La Rosa dei Venti”. Prove tecniche di “gran turismo” nella Serravalle del “boom” economico.

Se un turista d’oggi, viaggiatore nell’era delle autostrade informatiche del web, digitasse “Serravalle Scrivia” in qualsiasi motore di ricerca, la risposta degli algoritmi che governano i flussi delle informazioni nella rete proporrebbe come primario punto d’interesse le grandi strutture commerciali sorte in Località Praga che fanno del territorio di Serravalle la sede dell’area commerciale più estesa d’Europa.

Se il medesimo turista nell’Italia del “boom” economico, anni Cinquanta e Sessanta, avesse consultato il volumetto verde della Guida Turistica Touring Club, cercando Serravalle Scrivia tra le località della provincia di Alessandria, avrebbe potuto scoprire che il nostro paese, allora noto a livello nazionale soprattutto per la sua industriosità – vedi gli stabilimenti Fidass e Gambarotta – e per il suo casello autostradale che apriva a Milanesi, Torinesi e non solo la via più veloce per raggiungere il mare della Liguria, sarebbe potuta essere un’interessante località per una rilassante sosta di viaggio, o per trascorrere un periodo di villeggiatura nella tranquillità del verde. Tutto questo grazie al complesso turistico de “La Rosa dei Venti”, la moderna struttura ricettiva di prim’ordine realizzata nell’omonima antica villa alla periferia di Serravalle dall’Ente di Promozione Turistica della Provincia di Alessandria. “La Rosa dei Venti”, voluta dal Direttore dell’E.P.T. provinciale, il Cavalier Decio Gueli e dal Presidente, il Commendator Mario Moccagatta, venne inaugurata il 20 giugno 1954, nella storica dimora costruita dal Comandante Enrico D’Albertis, famoso uomo di mare ed industriale genovese. Nel vasto parco della “Rosa” erano allestiti un grande campeggio capace di ospitare oltre un migliaio di tende ed automezzi e una piscina, mentre nelle antiche stanze all’ultimo piano della nobile casa padronale era ricavato un ostello della gioventù con diversi posti letto turistici con vista panoramica sulla campagna e le colline circostanti. C’erano inoltre bar, ristorante e spaccio con prodotti del territorio, oltre che un posto telefonico pubblico e una sala televisione. Nelle sale della villa ampia ed elegante esposizione dei prodotti tipici della provincia. A disposizione dei visitatori anche un ufficio di assistenza e di informazioni turistiche, un autoparco composto di piazzola rifornimento carburanti e di un’officina riparazioni. A completamento dell’ufficio informazioni “Rosa dei Venti”, sul piazzale dell’Autocamionale venne attivato un servizio di accoglienza turistica con la presenza di personale specializzato in apposita uniforme, idoneo a fornire informazioni turistiche, nelle principali lingue straniere, agli automobilisti che uscivano dall’autostrada. Sul monumento commemorativo che dominava la rotatoria venne applicata una grande pianta delle comunicazioni turistiche dell’Alessandrino sormontata da varie scritte di richiamo, realizzata in ceramica decorativa.

L’onore del taglio del nastro della “Rosa” spettò al Prefetto di Alessandria, Rodolfo Saporiti, e vide la partecipazione dell’Alto Commissario del Governo per il Turismo, il Parlamentare, Pietro Romani, presidente della Compagnia Italiana Turismo dal 1959 al 1967 (meglio nota con l’acronimo C.I.T., la più importante realtà di promozione turistica nazionale tra gli anni Sessanta e Settanta) [1]. Il complesso ricevette anche la benedizione del vescovo di Alessandria, Monsignor Pietro Gagnor. Così si legge in un articolo di stampa locale del 1954:

«…felice ed opportuna iniziativa… località amena dove convergono e si diramano le più grandi arterie del traffico turistico italiano… l’ampissimo parco di meraviglioso, conifere che circonda la villa… Sorge infatti a cavaliere del bivio prospiciente l’imbocco dell’autostrada per Genova e La Riviera e la strada dei Giovi delle strade statali per Alessandria, Torino, Francia e per Voghera, Milano, Svizzera e Voghera a Piacenza… Un tale incrocio delle più importanti strade turistiche d’Italia passa un imponente flusso di autentico turismo internazionale che nella “Rosa dei Venti” troverà la tappa ideale per soddisfare ogni esigenza ed ogni richiesta…»[2]

 Le ottimistiche previsioni delle prime ore trovarono presto conferma nei numeri. In luglio, un altro articolo racconta:

«…Dopo il grande successo dell’istituzione… del complesso turistico La “Rosa dei venti”, l’impianto di interesse provinciale, in meno di un mese dall’apertura, malgrado l’inclemenza della stagione, si sono già registrati oltre 500 arrivi di turisti, quasi tutti stranieri, entusiasti della magnifica realizzazione che onora Alessandria in campo internazionale…». [3]

Lungo la Via Cassano, a poche centinaia di metri dall’ingresso della “Rosa”, era presente, sin da prima della Seconda Guerra Mondiale, anche un altro punto di riferimento per i viaggiatori, il bar – trattoria della “Casa del Turista”, storica osteria, locale frequentato assiduamente non solo da avventori di passaggio ma anche dalla clientela locale.

L’attività della “Rosa dei Venti” aveva carattere stagionale, legata al periodo estivo, prevedendo apertura al pubblico nel mese di maggio e chiusura in settembre. Nei primi tre mesi di attività (85 giornate) i turisti accolti sono per lo più di nazionalità estera. 3.187 automobile roulotte, 688 motocicli [4]. Turisti di ogni parte del mondo: si citino, la Nuova Zelanda, gli Stati Uniti, l’India, Israele, la Norvegia, persino le isole Hawaii, ospiti entusiasti dell’ospitalità serravallese: «…Un turista francese, eminente personalità, così si è espresso annotando la propria impressione… “O inimitable Italie! Tu n’as pas fini de nous surprendre!”…» [5]  

«…Si pensi che ancora nessuna propaganda in profondità all’estero è stata attuata e che sulle importanti strade, convergenti a Serravalle non sono stati ancora installati i prescritti cartelloni di richiamo o di indicazione, così che si può affermare che le prime tre migliaia di turisti giunte alla “Rosa dei Venti” vi sono giunti esclusivamente per l’eco felice che l’iniziativa ha avuto tra i turisti stessi. Un vivo elogio… ai dirigenti dell’Ente Turismo di Alessandria, ma anche al consigliere… Ettore Campari, che dopo aver assunto coraggiosamente i notevoli oneri degli impianti ricettivi e le fatiche della loro attivazione, ha condotto la gestione stessa con la collaborazione appassionata della propria signora e di altri familiari, in modo talmente esemplare da riscuotere lodi da tutti i turisti visitatori…». [6]

 Nello stesso anno, “La Rosa dei Venti”, viene definita dalla stampa locale “il miglior campeggio italiano”. [7] La “Rosa dei Venti” poté usufruire anche dell’istituzione di una fermata del bus sulla linea del servizio pubblico. Nel tempo, la villa e la sua area verde ospitarono eventi di vario genere: motoristici, culturali, artistici, associazionistici. Nel parco venne anche pensata l’edificazione di una cappella, dedicata alla Madonna del turista, riservata alla celebrazione delle messe al campo. Alla costruzione del piccolo tempio gli operai dell’impresa del Geometra Borro di Serravalle, impegnati nei lavori di attrezzatura del complesso turistico, offrirono una giornata lavorativa per la costruzione della Cappella: «…Tale nuovo impianto il primo in tutto il mondo cattolico, oltre ad altissimo significato spirituale… servirà come incentivo alla sosta di… forestieri e non turisti soltanto…» [8]. Nel 1957 la “Rosa dei Venti” fu protagonista di un documentario d’attualità, proiettato in un cinematografo di Colonia in Germania, incentrato sulla vita che si svolgeva nel moderno complesso turistico serravallese [9].

Le grandi potenzialità della “Rosa dei Venti” furono d’ispirazione per un ambizioso progetto di valorizzazione del tesoro storico-culturale più prezioso del territorio serravallese, l’antica città romana di Libarna. La “Rosa” venne infatti individuata come possibile efficace vetrina per la promozione dell’area archeologica:

«...I numerosi e preziosi cimeli dell’epoca Romana rinvenuti negli scavi… di Libarna… che in un primo tempo erano finiti in vari musei fuori dalla provincia di Alessandria, saranno restituiti alla nostra provincia. Verranno sistemati in un antiquarium che a cura dell’Ente Provinciale del Turismo. Sarebbe istituito nell’edificio de “La Rosa dei Venti” che, come noto sorge a brevissima distanza da Libarna. Tale accordo è stato preso in un’atmosfera di cordiale collaborazione tra il nostro Ente Turismo e la Soprintendenza alle Antichità del Piemonte. L’Ente Turismo inoltre erogherà dei contributi per facilitare… scavi che potranno portare a dei rinvenimenti di altissimo interesse archeologico… A cura dell’Ente… saranno installati dei cartelli indicatori della zona di Libarna e del relativo antiquarium. Verranno altresì approntati dei plastici e delle piante planimetriche della zona stessa…»[10].

Un’idea che a distanza di anni sarebbe stata rilanciata e parzialmente realizzata nell’allestimento di uno spazio espositivo e museale serravallese dedicato a Libarna ed ai suoi reperti archeologici, dapprima insediato presso la Biblioteca Comunale di Villa Caffarena e successivamente al piano terra del Palazzo Municipale, l’attuale sede.

Nell’anno 1957, la “Rosa” fece registrare il record di campeggiatori in ambito provinciale con 12.176 presenze, ivi compresi gli ospiti dell’annesso Ostello della Gioventù [11]. Nel 1959, dopo la lieve flessione registrata nei dodici mesi precedenti, il movimento turistico in provincia segnò una ripresa generale. Limitatamente agli esercizi alberghieri ed ai parchi di campeggio, ostelli organizzati, il pernottamento di 140.966 persone, con un incremento totale di 20.678 giornate di presenza. In realtà, l’aumento interessò solamente gli alberghi, mentre nei complessi ricettivo sociali si è registrato un decremento di 4.205 presenze:

«…Tale regresso è dovuto quasi esclusivamente alla contrazione del movimento verificatosi al complesso turistico La Rosa dei Venti di Serravalle. In seguito all’apertura dell’autostrada Tortona a Genova, per cui molti automobilisti tutti stranieri non effettuano più soste intermedie tra i due capolinea…»[12].

Se appare evidente che le complesse e mutevoli dinamiche delle vie di comunicazione di Serravalle e dell’Oltregiogo costituirono uno dei fattori più importanti, se non il più importante, nel determinare la fortuna dell’ambizioso esperimento “Rosa dei Venti”, allo stesso modo, fu la realizzazione di una nuova tratta autostradale a segnare il rapido declino della struttura turistica serravallese. Infatti, nel 1951, allo scopo di collegare Genova alla Svizzera, Province, Comuni, Camere di Commercio di Milano, Genova, Pavia e Como, insieme al Consorzio Autonomo del Porto di Genova (l’attuale Autorità Portuale di Genova), costituirono la “Società per l’Autostrada Serravalle – Milano – Ponte Chiasso S.p.A” (oggi “Milano Serravalle – Milano Tangenziali S.p.A.”). Nel 1956 tale società ottenne dall’Anas la prima concessione autostradale del Dopoguerra per la realizzazione e l’esercizio di un nuovo tratto Tortona – Serravalle, inaugurato il 26 luglio 1958. Il 25 giugno 1960 l’autostrada raggiunse Milano, la tratta finale venne inaugurata dal Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi. Nel 1961, l’E.P.T. Alessandria, nel commentare le statistiche relative ai movimenti turistici di alberghi e campeggi in provincia, evidenziò questa dinamica negativa:

«...Dall’esame dei dati risulta che il numero delle presenze è ovunque aumentato di oltre l’8% negli esercizi alberghieri, mentre è ancora leggermente diminuito in complesso nei parchi di campeggio. Tale diminuzione che riguarda quasi esclusivamente turisti stranieri, è dovuta all’apertura al traffico dell’autostrada Milano – Genova, per cui gli automobilisti che transitano fra Milano e la Riviera e viceversa non effettuano… tappa intermedia e non si fermano più… presso il complesso turistico della “Rosa dei Venti”…» [13].

Una situazione che, purtroppo, non tardò a dispiegare concrete ed irrimediabili conseguenze sul piano gestionale:

«...Circola da tempo la voce che l’Ente Provinciale del Turismo sarebbe venuto alla determinazione di rinunciare alla gestione del centro turistico della “Rosa dei Venti”, gestione rivelatasi eccessivamente gravosa. Le ultime annate si sarebbero chiuse con un notevole passivo al punto che già nel 1960 era stato soppresso servizio di ristorazione. Le nuove moderne vie di comunicazione, come l’autostrada Serravalle – Milano hanno tagliato fuori il caratteristico centro turistico che starebbe così per cessare la sua importante funzione…»[14].

Su tali premesse, nel corso dell’anno, la “Rosa dei Venti” chiuse i battenti, una chiusura che tuttavia non mancò di dispiegare anche effetti negativi sull’offerta turistica complessiva alessandrina:

«...Durante l’anno 1961 non ha più potuto funzionare l’importante complesso turistico “Rosa dei Venti”… si dovete chiudere per l’eccessiva rarefazione dei turisti quasi totalmente stranieri… Per quanto riguarda i campeggi in sensibile regresso nelle presenze, che passavano da 8.297 nell’anno 1960, a 6.125 nel 1961. Durante l’anno 1961 sostarono complessivamente nel territorio della provincia di Alessandria, 27.733 stranieri, con 62.622 presenze, con una diminuzione complessiva di 3.175 presenze dovuta come sopra detto alla chiusura del complesso turistico “Rosa dei Venti”… turisti campeggiatori, che frequentavano il complesso prima dell’apertura dell’Autostrada Milano – Genova erano infatti quasi sempre stranieri…» [15].


[1] “Il piccolo“, 19 giugno 1954

[2] “Il piccolo“, 26 giugno 1954

[3] “Il piccolo“, 24 luglio 1954

[4] “Il piccolo“, 9 ottobre 1954

[5] “Il popolo“, 14 ottobre 1954

[6] “Il popolo“, 9 ottobre 1954

[7] “Il piccolo” 25 settembre 1954

[8] “Il piccolo“, 12 giugno 1954

[9] “Il piccolo“, 31 agosto 1957

[10] “Il piccolo“, 18 dicembre 1954

[11]  “Il piccolo“, 18 dicembre 1954

[12] “Il piccolo“, 20 febbraio 1960

[13] “Il piccolo“, 11 febbraio 1961

[14] “Il popolo di Novi“, 12 febbraio 1961

[15]  “Il piccolo“, 3 febbraio 1962


Immagine in evidenza: https://www.repubblica.it/viaggi/2015/07/31/foto/storia_campeggio_foto_d_epoca-120195175/1/

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