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Via Tripoli (Cuntrò ‘d sua)

Testo tratto da E’ Buzardéin ’d Seravale del 1996, realizzato da Croce Rossa Italiana, sottocomitato di Serravalle, Pro Loco e Associazione Commercianti e Artigiani.

Via Tripoli oggi. Lato Nord. Si intravvede la Chiesa dei Bianchi. Foto di Antonio Santopietro

E l’attuale via Tripoli, il cui nome, però, non ha alcuna attinenza con la cultura locale ma è stato posto indubbiamente nel momento in cui trionfava lo spirito nazionalistico teso alla conquista della Libia. Pertanto questo nome fu deliberato dal Consiglio Comunale il 22 febbraio 1912*. Precedentemente la via si chiamava ‘Contrada Superiore’ e tale termine fu coniato soltanto quando venne tracciata la via principale (attuale via Berthoud), per distinguerla da quest’ultima. La Contrada Superiore durante il periodo medievale e prima che venisse costruito il Convento degli Agostiniani (l’ex Ospedale con l’annessa Chiesa dei Bianchi), il tutto risalente alla fine del ‘400 o all’inizio del ‘500, era la via principale del feudo, poiché percorreva l’abitato allora esistente da un capo all’altro.

IniVia Tripoli oggi. Lato Sud. Foto di Antonio Santopietro

Inizia infatti dalla Piazza di Porta Genova e nel primo tratto porta il nome di Salita Depretis, procede poi in modo quasi rettilineo fino alla Chiesa dei Bianchi. Su di essa si affacciano alcuni edifici assai importanti, come per esempio la casa del Governatore spagnolo (accanto alla canonica, al numero 34) e alcuni palazzi che sono stati abbattuti (come Palazzo Bailo, che ha fatto posto ad un parcheggio) o sono stati destinati ad uso diverso (come Palazzo Montaldo, diventato negli anni ’20 di questo secolo la Canonica o ancora Palazzo Grillo, nel quale furono poi ubicati gli Uffici Comunali e fino agli anni 80 la Pretura). Nelle trasformazioni avvenute nei vari secoli anche la funzione cosi delineata è stata poi assorbita da via Berthoud, nella quale si aprono oggi gli Uffici Comunali. Dalla Contrada Superiore si dipartono alcuni vicoli assai importanti, come Vico Castello, Salita Ghiacciaie (cosi denominata perché conteneva le ‘anvee’ ossia i contenitori di neve che servivano come frigoriferi ‘ante litteram’), Vico San Martino, che conduceva all’antica chiesa sorgente alle pendici del Castello (l’attuale Collegiata infatti risale al secolo XVI), piazza detta ‘dai Erbui’ (oggi Piazza Bonaventura davanti alla Casa del Giovane, che un tempo era acciottolata e con alberi – ripiantumati nel 2006 – come la denominazione appunto ricorda) e, sull’altro lato, lo strettissimo Vico del Forno, l’attuale (fino ai primi anni ‘800 non c’era) Piazza della Chiesa e Via Romana, dal nome del maestro che nel ‘700 donò per primo i suoi locali per costruire le scuole della comunità serravallese.

Via Romana. Foto di Giacomo Schiaffino

Via Tripoli quando incrocia Piazza della Chiesa (Piazza II Risorgimento). Foto di Antonio Santopietro

Da piazza Don Pierino Bonaventura andando lungo via Tripoli verso Salita Depretis, abbattendo qualche edificio è sorta, sul finire del secolo scorso, una piazza che è stata intitolata ad Angelo Pallavicini, per anni direttore del Corpo Musicale Pippo Bagnasco.

Spettacolare foto di Giacomo Schiaffino su via Tripoli e Piazza Angelo Pallavicini

*Un articolo di giornale de Il Popolo ne dà notizia il 10 marzo 1912

Il Popolo, 10 marzo 1912

Per gentile concessione della Pro Loco. Si ringrazia Cristiana Vacchina


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