I Binari della mia vita – “Guglielmo Rebora geologo d’Italia e del Mondo”
Durante il periodo universitario alla domenica facevo escursioni con il professor Sergio Conti, docente di Geologia, alla ricerca di balene fossili o percorrendo ruscelli impervi per capirne la morfologia. Però gli insegnamenti pratici, quelli che servono nella professione, li ebbi dal grande Guglielmo Rebora di Molini di Voltaggio. Un personaggio su cui occorrerebbe scrivere un libro: esploratore della Dancalia nel 1936, geologo in tutta l’Africa e in Brasile, filosofo e storico locale. Un giorno mi portò nei dintorni di Voltaggio per vedere le miniere di lignite abbandonate di cui, in tempo di guerra, fu direttore. Eravamo su una specie di altopiano con poche piante rachitiche e rade: un sole estivo mi cuoceva la testa ma lui era asciutto e pimpante. Morivo dalla sete e gli proposi di tornare indietro. Si guardò in giro, raccolse delle foglie da un cespuglio e mi disse di masticarle. Aggiunse che era Rhamnus alpina L., pianta endemica che nasce sui conglomerati e che fu oggetto di una sua pubblicazione. Gli occhi penetranti e ipnotizzanti che aveva e la voce bassa e impostata mi procurarono un effetto placebo immediato. O fu veramente una sorta di coca nostrana o un’insolazione con relativo sogno?
Ciao Guglie! Ti ricordo con affetto per quanto mi hai insegnato (comprese le proprietà dell’aglio e il vino nero nell’insalata di pomodori).
Mentre lavoravo a Vipiteno incontrai un geologo, Giovanni Tesio di Ravenna e una sera a mensa parlammo della sua vita professionale in Africa. Eravamo al cosiddetto bicchiere della staffa, in tre o quattro, ognuno con le sue malinconie. Gli venne in mente un lavoro che fece in Libia e il sito dove si fermò per la notte dopo una giornata di trasferimento nel deserto. A un certo punto si allontanò dall’accampamento per vedere il cielo stellato, particolarmente bello a quelle latitudini, quando nel silenzio sentì recitare brani di Shakespeare in lingua originale! Sconcertato si avvicinò a uno strano tipo e scoperse che si chiamava William ed era italiano, geologo, anche lui. Immaginate il mio stupore quando intuii che era Guglielmo Rebora di Molini di Voltaggio! Tesio in seguito mi regalò tre foto di quella giornata e una cartolina inviatagli dai Molini il 26 novembre 1992 in cui è scritto:
La nostra Africa è ormai lontana ma il mondo degli Amici è ognor presente
Amici maiuscolo e quell’ognor ricorda un mondo di cavalieri, come era William.
Oggi Guglielmo è sepolto nel piccolo cimitero di Molini e, insieme a un altro geologo raccogliemmo una grossa pietra ofiolitica che è la sua lapide e vi facemmo incidere:
persone fuori dal comune, studiosi fino alla fine, teorici, pratici e soprattutto umani