Pasqua del 1970 e il Sogno Premonitore
Giacomo nato e cresciuto come tutti i Serravallesi con il suono delle sirene della Fidass e della Gambarotta, sapeva che a Pasqua le cose da fare per onorare la tradizione erano due: avere un uovo di cioccolato per il pranzo domenicale ed organizzare il merendino di Pasquetta. Nelle vetrine dei mille negozi del paese le uova pasquali abbondavano, c’era l’imbarazzo della scelta. Cliente del Bar della Stazione, Giacomo ebbe la fortuna di vincere alla lotteria pasquale un grande uovo di cioccolato della Fidass con disegnato sopra uno scorcio del ponte sullo Scrivia. Messo l’uovo in bella vista sopra al televisore di casa attese la domenica di resurrezione per romperlo e festeggiare insieme alla famiglia. Nella notte che precede tale giorno, fece però, complice una serata festaiola con gli amici, un sogno un po’ bislacco.
Sognò che, vestitosi di tutto punto per recarsi in chiesa per la messa solenne pasquale, attraversando Serravalle, aveva trovato un paese quasi deserto; i negozi non solo erano tutti chiusi ma sembravano anche abbandonati da tempo. Non trovò più neanche l’edicola per comprare il giornale.
La chiesa parrocchiale, sua seconda dimora quand’era chierichetto, era sprangata e anche il portone della casa del giovane era chiuso.
Gli fu spiegato da uno sconosciuto che la funzione pasquale si sarebbe tenuta nella nuova Chiesa di Ca del Sole. Incredulo, pensando avessero posticipato l’orario della funzione, aspettò un bel po’ nella piazza antistante ma invano. Non si vedeva anima viva, il paese sembrava abbandonato, pareva ci fosse il coprifuoco. Tornato a casa seguì in televisione la messa trasmessa dal Vaticano.
Passate le feste era pronto a tornare al lavoro, lui alla Gambarotta e la moglie alla Fidass dove lavoravano da oltre vent’anni. Stranamente, al mattino non udirono le familiari sirene delle due industrie. Entrambi i coniugi trovarono gli stabilimenti chiusi e la Fidass addirittura sostituita da un moderno palazzo che ne occupava l’intera area. Giacomo, scosso dall’inaspettata brutta sorpresa, si svegliò di soprassalto e tirò un sospiro di sollievo nel constatare che, fortunatamente, si trattava solo di un brutto sogno.
Si prepararono, lui e la mogliettina, e si recarono alla Messa Pasquale celebrata puntualmente da loro Parroco. I tanti negozi, l’edicola ed i numerosi Serravallesi animavano come sempre le vie del loro vivo e operoso Serravalle. Tornati a casa per il pranzo ad aspettarli c’era il grande uovo della Fidass che attendeva di essere “rotto “. Dal grande contenitore di cioccolato fuoriuscì un consistente pacchetto. Si capì da subito che doveva trattarsi di qualcosa di importante. Liberato dall’involucro saltò fuori una bottiglia di Amaro Gambarotta ed una di Grappa Libarna.
Giacomo conosceva bene quel tipo di bevande, alla Gambarotta ci lavorava. Sorridendo disse:” probabilmente sono stato io ad imbottigliarle mentre l’uovo probabilmente lo ha confezionato mia moglie, dipendente Fidass”. Mangiarono il cioccolato e si bevvero un bicchierino d’amaro e di grappa orgogliosi di far parte di queste due illustri industrie serravallesi e di aver contribuito, con le proprie mani, alla buona riuscita del loro pranzo pasquale. Il giorno dopo, tempo permettendo, avrebbero pranzato fuori porta all’aria aperta, forse sui prati di Montespineto, di Cappellezza o Montei, com’era usanza. Passate le festività entrambi sarebbero stati riaccompagnati dalle sirene alla Fidass ed alla Gambarotta per tornare a respirare le loro fragranze ed incontrare gli amici e i compagni di lavoro.
…stupendi ricordi del passato, che sono rimasti nei nostri cuori, anche perché per molti anni abbiamo vissuto quelle nostalgiche esperienze.