La pesca con la bilancia
La bilancella
Quando si avvicinava la primavera, nella seconda metà degli anni Sessanta, per noi giovani pescatori era il momento di prepararsi per due eventi: il primo la apertura della pesca alla trota, ultima domenica di febbraio. Il secondo, con le piene della Scrivia dovuto allo scioglimento delle nevi e alle piogge, l’inizio della possibilità di pescare con la bilancella.
La bilancella, come vedete, consiste in una rete quadrata tenuta tesa da due bracci di acciaio a croce eventualmente piombati alle estremità. Essa veniva calata in acqua per mezzo di un robusto fusto di bambù e di una funicella. Quando la piena iniziava a diminuire si cercavano quei punti vicino a riva con correnti o vortici quasi nulli. Mentre l’acqua era ancora torbida, in questi angoletti si radunavano i pesci più piccoli ed anche qualcuno più grande: calata la bilancella si attendeva qualche tempo per poi salparla rapidamente.
Il fascino della bilancella era dovuto al fatto che ogni recupero era una sorpresa: tanti piccoli pesci, uno o due più grandi, niente del tutto… Un modo di passare qualche ora soli o in compagnia e procurarsi una padella di frittura.
Che nostalgia!
la bilancia era divertente anche durante la risalita delle lasche ci si metteva in schiere di bilancisti e si cercava di prenderne quante più possibili e poi le si liberava e anche d’estate mettendo giù la bilancia e facendo un giro intorno si pescava a vista……
Erano i primi anni 70.
Con il mio amico Adriano andai a dare due colpi di bilancia nello Scrivia sotto al Ponte della Direttisdima.
Tale tipo di pesca era stato da poco proibito fu per quello che pensammo di recarci in quel tratto di torrente lontano dal paese ed un po’ nascosto. Come calammo la rete in acqua comparve il Rein, amico di mio padre ma anche guardia pesca.
Ci disse ” Non vi faccio la multa ma vi devo sequestrare la bilancia. Se la rivolete dovrete venire alla riunione dei pescatori per chiedere scusa a tutti.”
Adriano non se la senti’ io inveve andai alla riunione e tra le risate di tanti chiesi scusa a tutti.
Com’era nei patti mi restituirono la bilancia e fu l’ultima volta, purtroppo, che l’adoperai.