CHE PASSIONE… IL FESTIVAL DI SANREMO IN TELEVISIONE!
Una delle ricorrenze annuali più attese, più apprezzate dagli italiani, dopo il Natale e la Pasqua, probabilmente è il Festival di Sanremo.
Dalla sua prima edizione del 1951, e soprattutto da quando nel 1954 fu trasmesso in televisione, sono molti quelli che lo guardano con grande piacere. Agli esordi della TV (3 gennaio del 1954) erano davvero pochi quelli che potevano permettersi questa scatola magica, all’epoca con un unico canale in bianco e nero. Acquistata a rate, amata e considerata come un membro della famiglia, quando non la si guardava, veniva protetta, come una reliquia, da una morbida copertina. Pochissimi Serravallesi, tra cui mio cugino Carlo, la possedevano, anche se in molti spesso la guardavano. Essere parente o amico di chi ne era proprietario rappresentava una grande fortuna. Significava infatti essere invitato, di tanto in tanto, per assistere a qualche importante trasmissione com’era appunto il Festival di Sanremo.
E così, in quel febbraio del 1958 a casa di mio cugino Carlo – soprannominato Gancino – per seguire la famosa gara canora noi parenti c’eravamo quasi tutti, oltre agli amici ed i vicini di casa. Varie file di sedie, poltrone, poltroncine e divani erano stati disposti a mo’ di platea cinematografica davanti alla regina della casa e della serata: sua maestà la televisione.
Nella grande sala eravamo tutti in trepida attesa quando improvvisamente, l’addetto alla pulsantiera televisiva (il telecomando di allora) richiamò tutti all’attenzione: “ Silenzio, zitti un po’ che si stanno collegando..” Sullo schermo apparve la solita rete con scritto RAI TV; dopo poco l’annunciatrice informò dell’imminente inizio dell’ottavo Festival della Canzone Italiana, trasmesso in diretta da Sanremo. Il presentatore diede finalmente l’avvio alle danze con la prima canzone.
Improvvisamente regnò il silenzio.
Tutti eravamo in contemplazione, quasi adorazione del miracolo che, al pari di quello di San Gennaro, si perpetuava ogni volta che si pigiava un piccolo tasto sul televisore e come per magia comparivano le immagini ed i suoni di ciò che avveniva a distanze chilometriche. Quella sera del primo febbraio, erano appena trascorsi i giorni della merla, grossi fiocchi di neve continuavano a cadere, tra i tuoni e i fulmini di un raro temporale invernale. Mentre a Sanremo fiorivano le ginestre, da noi si viaggiava con gli stivali dentro a mezzo metro di coltre bianca.
Dopo oltre tre ore di trasmissione, l’appassionante Festival stava volgendo al termine. Si era in attesa del responso della giuria che avrebbe decretato il vincitore, quando improvvisamente e malauguratamente mancò la corrente elettrica. Carlo il Gancino, attonito, s’infilò immediatamente tra il muro e l’apparecchio per controllare la presa di corrente, ma si capì ben presto che tutto l’solato era al buio. Non si poteva fare niente, bisognava attendere che l’energia elettrica ricomparisse per sapere com’era finito il Festival.
Passarono i minuti ed anche i quarti d’ora, ma niente da fare: la televisione insieme alle luci del lampadario non si riaccesero, se non dopo che le trasmissioni erano già terminate. Tutti quanti avrebbero certo voluto sapere il nome del vincitore.
Purtroppo tutta Serravalle e dintorni erano rimasti senza corrente proprio sul più bello per cui nessuno poteva saperlo. Pensa che ti ripensa ci venne in mente che alcuni nostri parenti, mia cugina Nini e sua mamma, la Zia Cico, erano a Sanremo dove si recavano tutti gli inverni per godesi un po’ di tepore.
“La soluzione è fin troppo semplice”, disse il Gancino,” basta andare al bar, telefonare al loro albergo di Sanremo e farsi dire com’è finito il Festival”.
Tutti annuirono; mia mamma Maura, la più giovane della famiglia, fu incaricata di andare a telefonare subito alla Nini e svelare l’arcano. Raggiunto il Bar della Stazione, gremito di Serravallesi anch’essi spettatori televisivi sanremesi rimasti al buio, Maura telefonò all’hotel rivierasco che era proprio nei pressi del Casinò, sede della manifestazione in quegli anni, mentre nel bar si diffuse la notizia della preziosa telefonata e tutti restarono in attesa.
Chiese di sua cugina Nini, ma al telefono invece venne la zia Cico, alla quale spiegò l‘accaduto.
“Ciao zia”, disse mamma Maura,” scusa per l’ora, ma tutta Serravalle vorrebbe sapere chi ha vinto il Festival di Sanremo”. Zia Cico, molto avanti con gli anni, mezza assonnata con un filo di voce, rispose “Certo cara Maura, allora… allora… mi sembra che lo abbia vinto quella fia di Novi che faceva le caramelle, come si chiama più, dovrebbe essere Tonina Torrielli. “ Ma sei sicura zia Cico?”, chiese Maura “Tonina Torrielli lo ha quasi vinto il festival, ma alcuni anni fa…”. “Sì sì, forse hai ragione” ribatte’ Zia Cico, ”aspetta, aspetta un attimino, a vagu a dumandò alla Nini.“ Dopo poco eccola nuovamente al telefono: ” Sì sì Maura ti gavaivi rasòun, ha vinto un certo Mugugno.” ”Mugugno…? e chi è zia Mugugno…?? Forse volevi dire Modugno!!”
Zia Cico : “Mahhh… io ho capito Mugugno, forse qui in Liguria lo chiamano così; però speta in mumaintu che richiedo… si si, è vero si chiama proprio come dici tu Maura, si chiama Modugno, ha stravinto questo Domenico Modugno con una canzone colorata di blu…”
Terminata la chiamata, mamma Maura nel bar gridò: Modugno, ha vinto Modugno! Tutti applaudirono e finalmente tranquillizzati se ne ritornarono a casa, sapendo che ora sarebbero riuscirti a prendere sonno. Anche Maura tornò di corsa a casa, saltellando nell’abbondante coltre nevosa, dove annunciò la notizia fresca fresca arrivata direttamente da Sanremo.
Tutti allora intonarono VOLARE OH OH, CANTARE OH OH OH OH… e anche loro soddisfatti s’incamminarono verso le proprie abitazioni, sotto un cielo nero plumbeo, tempestoso ed una nevicata da record.
Incespicando nella coltre bianca fino al ginocchio, intirizziti dal freddo con il fiato fumante, tuoni e fulmini che illuminavano la strada, intonarono ancora “ VOLARE OH OH NEL BLU DIPINTO DI BLU FELICI DI STARE QUASSU’….!!!??
simpaticissimo racconto da cui ci si rende conto anche del cambiamento climatico