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14 ottobre 1967. Il Presidente Saragat visita le raffinerie ERG e Arquata Scrivia (senza dimenticare Novi Ligure e Serravalle)

UN PRESIDENTE IN PROVINCIA DI ALESSANDRIA
16 luglio 1959. Giovanni Gronchi inaugura a Valenza la mostra di Oreficeria, Gioielleria e Argenteria

La prima presenza ufficiale di un presidente della Repubblica in provincia di Alessandria fu quella di Giovanni Gronchi, che il 16 luglio 1959 si recò ad Alessandria e a Valenza. In realtà, come disse lo stesso Presidente nel suo discorso di commiato, di fronte agli amministratori provinciali, si trattò di una “visita estremamente fuggevole[1]”: Gronchi giunse a Valenza, proveniente da Milano, alle 11.30, per inaugurare la mostra permanente di Oreficeria, Gioielleria e Argenteria riservata agli acquirenti esteri; subito dopo, alle 13.05, arrivò a Palazzo Ghilini, sede della Provincia e della Prefettura, per l’incontro con gli amministratori locali; il programma si concluse poi alle 13.45 con la colazione in Prefettura e la successiva partenza in forma privata per l’aeroporto di Torino Caselle[2].

La prima visita di un Presidente della Repubblica caratterizzata da un programma e da un protocollo complesso deve dunque essere considerata quella di cui ci occupiamo in questo articolo, con protagonista Giuseppe Saragat, che il 13 e 14 ottobre 1967 fu alla Benedicta, ad Alessandria e ad Arquata Scrivia.
Della cerimonia che si tenne alla Benedicta per l’inaugurazione della nuova Zona monumentale dedicata ai caduti dell’eccidio nazifascista del 7 aprile 1944 ci occuperemo in un prossimo articolo; qui vogliamo invece concentrare l’attenzione sul programma che si svolse in Valle Scrivia e che ebbe il suo culmine nella visita al deposito di prodotti petroliferi inaugurato dalla famiglia Garrone ad Arquata Scrivia l’anno precedente.

VERSO ARQUATA. LE SOSTE A NOVI LIGURE E A SERRAVALLE

Scendendo dalla Benedicta nel tardo pomeriggio di venerdì 13 ottobre il Corteo Presidenziale compie una breve sosta a Gavi, ma poi prosegue veloce, senza più fermarsi, per raggiungere la Prefettura di Alessandria.

In realtà il Presidente Saragat, che viaggia come consuetudine sulla Lancia Flaminia 335 presidenziale decapottabile, è molto sensibile al contatto con la popolazione che, all’epoca, fa sempre ala a un corteo presidenziale, e chiede regolarmente di scoprire l’auto per poter salutare cittadine e cittadini in occasione delle numerose fermate che si concede nei centri abitati attraversati nel corso dei suoi spostamenti. Inoltre, è praticamente d’obbligo un breve incontro con le autorità locali. L’appuntamento “saltato” con abitanti e amministratori di Novi Ligure e Serravalle Scrivia è quindi semplicemente rimandato a sabato 14 ottobre, giorno dedicato alla visita dello stabilimento Arquatese.

Il Capo dello Stato giunge a Novi Ligure poco dopo le 11. “Il corteo delle automobili è stato bloccato da una folla straordinariamente fitta, da uomini e donne che volevano stringere la mano al presidente” scrive il quotidiano “La Stampa”[3], mentre la sala stampa del Quirinale ci informa che “il Capo dello Stato ha fatto nuovamente scoprire l’auto e si è alzato in piedi per rispondere al saluto della folla[4]”.
“Il Novese”, periodico locale assai vicino al Partito comunista, scende invece più nel dettaglio:

Il Corteo Presidenziale sfila per le vie di Novi Ligure

“Una immensa folla di concittadini si è assiepata, sabato 14 scorso, lungo il percorso di via Mazzini, porta Pozzolo, corso Marenco a salutare il corteo presidenziale. Erano presenti le maggiori autorità civili novesi, rappresentanti di associazioni combattentistiche, autorità scolastiche.
Il Presidente, sceso dall’auto, ha stretto la mano al compagno Pagella, ha ricevuto da lui un omaggio della città – un cofanetto contenente pubblicazioni su Novi – e ha rivolto un breve saluto al sindaco[5]”.

Lasciata Novi, il corteo si dirige verso Serravalle dove l’accoglienza è altrettanto calorosa, e forse più, al punto che il Presidente è obbligato a compiere due soste la prima delle quali è un po’ un “fuori programma”.

Occorre ricordare che uno dei protagonisti di parte alessandrina della visita è Vittorio Guido, futuro Presidente della Cassa di Risparmio di Alessandria e all’epoca Assessore provinciale all’istruzione[6]. Guido lavora alla Fidass che è anche un poco azienda di famiglia (la moglie, Noemi Divano, è figlia del fondatore e sorella dell’Amministratore delegato): nei suoi colloqui con lo staff presidenziale ottiene una sosta straordinaria davanti allo stabilimento dolciario che, all’epoca, gode fama e risonanza nazionale.

La fermata al cancello della Fidass, e l’incontro con le operaie, diventa così uno dei momenti più emozionati della visita alessandrina per il primo presidente di fede socialista della storia d’Italia: “A Serravalle nuovo blocco: un gruppo di operaie in camice bianco ha sbarrato la strada per vedere da vicino Saragat e salutarlo” scrive nel suo articolo il cronista de “La stampa” [7]; “l’auto presidenziale è circondata da un gruppo di operaie tutte vestite di bianco e con cuffiette candide in testa, che gli hanno donato un mazzo di fiori[8]”, ribadisce la telescrivente del Quirinale.
Ma lasciamo la parola al periodico cattolico “Il Popolo di Novi” che descrive in dettaglio l’avvenimento:

“Proveniente da Novi, entrando in Serravalle il corteo presidenziale incontrava subito,  in quel viale intitolato alla memoria dei cari Martiri, motivo principale del viaggio, una moltitudine di lavoratori: erano le maestranze al completo della Soc. dolciaria Fidass, le quali ai bordi della strada tributavano al Presidente una calorosa accoglienza Qui era la prima sosta serravallese, nella quale l’on. Saragat,  accompagnato dal Ministro Taviani, stringeva democraticamente la mano agli operai, ai titolari della Società, Signori Divano ed all’Assessore Prov. cav. Gianni Guido[9]”.

Vale la pena sottolineare che Vittorio Gianni Guido, che ha accompagnato passo passo il Presidente della Repubblica alla Benedicta e nella visita agli Istituti scolastici alessandrini, sceglie di accomiatarsi da Saragat davanti al suo luogo di lavoro anziché nel corso del ben più istituzionale incontro con gli amministratori locali che attendono il Capo dello Stato poco più avanti, ribadendo così il suo forte legame con l’azienda.

Pur se di carattere più ufficiale, anche il secondo incontro con i cittadini e gli amministratori serravallesi, una delle comunità più segnate dall’eccidio nazifascista della Benedicta,  si svolge in modo gioioso e con toni commoventi:

“[Il corteo presidenziale] riprendeva quindi il suo viaggio entrando nel concentrico quasi deserto: infatti più di metà dei Serravallesi erano assiepati, in attesa dalla mattinata, in Piazza Martiri del II Risorgimento, ove sorge il Palazzo Comunale. Quivi il Presidente, fra l’enorme folla entusiasta e commossa, scendeva incontro ai cittadini, ricevendo il saluto del sindaco rag. Umberto Piccabelotti, del vicesindaco geom. Demicheli e stringendo calorosamente la mano a tutte le personalità civili, militari e religiose del luogo. Riceveva altresì un omaggio floreale da tre graziose alunne della V classe elementare, non che da una gentile crocerossina del locale comitato.
L ’istante decisamente più commovente è stato quello della partenza, quando il presidente alto sulla automobile scoperta, è stato salutato da un fragoroso ed esaltante sventolio di bandierine tricolori, ben strette in alto dagli alunni, delle Scuole medie, elementari e d’infanzia[10]”.

AD ARQUATA. LA VISITA AI DEPOSITI GARRONE E IL SALUTO ALLA CITTÀ
Costruzione dell’oleodotto Genova-Arquata Scrivia lungo 34 km. 1963-1965 (foto tratta dal volume Dal petrolio all’energia ERG 1938-2008

“Nel 1962, dopo qualche incertezza sulla soluzione migliore da adottare per il futuro, Edoardo Garrone concepì un’opera tanto ardita quanto titanica: la creazione di un grande deposito di prodotti finiti nella pianura di Arquata Scrivia, collegato a Genova attraverso un oleodotto che oltrepassava l’Appennino. L’opera, iniziata dal fondatore, morto prematuramente nel luglio del 1963, venne condotta a termine dal figlio Riccardo, succedutogli nella direzione dell’impresa. Fu una scelta senza dubbio vincente, che consentì di risolvere i problemi di stoccaggio e distribuzione[11]”.

Al nuovo impianto la famiglia Garrone attribuisce una notevole importanza non solo per l’approvvigionamento della raffineria di San Quirico, ma, in prospettiva, anche per la costruzione di un altro impianto di raffinazione che intende realizzare in Valle Scrivia. Le opposizioni che questo nuovo progetto incontra quasi subito impediscono che l’idea dei Garrone diventi realtà[12]. Ma di questo converrà parlare in un futuro e specifico articolo: qui occorre invece ricordare che tra il 1966 e il 1967 l’inaugurazione e l’avvio dell’impianto di stoccaggio di Arquata costituisce l’occasione per una vasta campagna “promozionale” per l’azienda, finalizzata anche a una più massiccia penetrazione in Valle Scrivia. Tra il marzo 1966, quando Il nuovo oleodotto, lungo 34 chilometri, viene presentato al pubblico, e il novembre 1966, giorno dell’inaugurazione ufficiale dei nuovi serbatoi, si succedono diverse cerimonie e iniziative pubbliche con la partecipazione di autorità locali, dell’Arcivescovo di Genova Giuseppe Siri e del Ministro dell’Industria Giulio Andreotti.

1963. Costruzione dell’oleodotto Genova-Arquata Scrivia (foto tratta dal volume Dal petrolio all’energia ERG 1938-2008)

Poi, a poco meno di un anno dall’inaugurazione dello stabilimento, la visita del Capo dello Stato rappresenta un altro momento di grande visibilità per la dinamica famiglia industriale genovese e per i suoi progetti.

Sceso dall’auto, Saragat è circondato dagli oltre cinquecento dipendenti che affollano il vasto piazzale: sono i 100 impiegati e operai – “in tuta cachi, schierati in quadrilatero” – del deposito arquatese, a cui si sono aggiunti altri 400 dipendenti ERG provenienti dalla raffineria genovese: “Il Capo dello Stato ha stretto la mano agli operai della prima fila e ha salutato con le braccia alzate gli altri![14]”.

Iniziano poi i discorsi ufficiali con il saluto del Sindaco di Arquata Scrivia, Aldo Mairano, e l’intervento del Presidente ERG, Riccardo Garrone, che esalta orgogliosamente il nuovo e moderno complesso industriale:

“Dopo aver rilevato che la visita di Saragat rappresenta “il riconoscimento più ambito”, Garrone ha detto: Realizzando il centro di Arquata Scrivia la Raffineria Garrone non ha abbandonato Genova e la sua provincia, ma ha creato invece l’unico strumento, vorrei dire l’organo vitale, che le ha permesso di sopravvivere superando le angustie degli spazi genovesi: esso può costituire la base, con le sue ingenti possibilità di ricezione e smistamento dei prodotti per una espansione organica e di ampio respiro degli impianti genovesi. […] Il centro è stato inaugurato dieci mesi fa e costituisce uno dei maggiori investimenti degli ultimi anni da parte di un’industria genovese per un ammontare complessivo di oltre 14 miliardi di lire[15]”.

Da sinistra: Sandro Pertini, all’epoca Vice Presidente della Camera, Riccardo Garrone, Giuseppe Saragat, Paolo Emilio Taviani, Ministro dell’Interno.

È poi la volta del Presidente Saragat che svolge un intervento incentrato sul tema dell’«intelligenza del lavoro»:

“Signor Sindaco di Arquata, signor Presidente della società Garrone, cari lavoratori qui riuniti, vi ringrazio cordialmente della calda accoglienza.
Sono lieto di aver potuto visitare questi impianti, opera veramente ammirevole, a quale testimonia a un tempo la genialità e lungimiranza degli imprenditori che la concepirono e vollero; dell’impegno e della perizia dei tecnici e degli operai che la realizzarono; e inoltre testimoniano della ripresa economica del Comune di Arquata Scrivia, la cui popolazione vede in essa una garanzia di sereno lavoro. Io mi compiaccio sinceramente e vivamente per tutto questo. Me ne compiaccio con gli amministratori e con i dirigenti, e me ne compiaccio in eguale misura con tutti voi, cari lavoratori.
Voi vedete: questa grande raffineria è frutto dell’intelligenza e del lavoro. E l’intelligenza e il lavoro sono i più grandi beni, le più grandi risorse, di cui noi in Italia possiamo disporre. È in virtù di queste risorse che il nostro Pese – sebbene povero di materie prime – ha potuto conquistarsi un posto di prestigio tra le nazioni più industrializzate del mondo[16]

La visita ai depositi ha termine con i doni di rito: “una riproduzione in oro dello stemma del Comune dalle mani del sindaco Mairano e dalle maestranze della raffineria una coppia di artistici piatti in ceramica[17]”.

Lasciato lo stabilimento il Capo dello Stato compie l’atteso tour in auto per le vie di Arquata:

“Il Presidente ha compiuto un giro d’onore per le vie del paese, parate a festa: uno stuolo innumerevole di uomini, donne, fanciulli acclamava al passaggio del corteo, mentre il Presidente in piedi, commosso, salutava con le mani tese quasi a volere abbracciare tutta quella gente che osannava festante. Una rappresentanza della scolaresca arquatese ha offerto un omaggio floreale ai Presidente, che dopo avere lanciato un ultimo sguardo a tutta quella folla, quasi con senso di rammarico per non avere potuto avvicinare tutti ad uno ad uno, è salito sul treno presidenziale in partenza dalla nostra stazione ferroviaria per Roma[18]”.

La visita si conclude alle 12.15, quando il treno Presidenziale lascia la stazione di Arquata diretto non a Roma ma alla Tenuta di San Rossore, dove Saragat trascorrerà la domenica.
Resta, nella memoria e nella storia di Alessandria e della Valle Scrivia, come un avvenimento che ci aiuta a capire meglio l’Italia che si sta lasciando alle spalle gli anni del fascismo e della guerra, e la mentalità degli italiani negli anni del boom economico e delle grandi speranze sociali e politiche.


[1] portale storico della Presidenza della Repubblica, Discorsi e messaggi del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi (https://archivio.quirinale.it/discorsi-bookreader//discorsi/Gronchi.html#page/252/mode/2up).

[2] Sulla visita di Gronchi a Valenza, cfr Franco Cantamessa, La visita del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, in “Valensa d’na vota”, 18/2003, pp. 200-221; in rete è reperibile anche un numero monografico della rivista dell’Associazione Orafa Valenzana “L’orafo valenzano” interamente dedicata all’avvenimento (https://www.archiviorafivalenza.it/_files/ugd/26370e_430198446ac649e3af6025a0ef5ad4e6.pdf).

[3] “La stampa”, domenica 15 ottobre.

[4] Cfr. portale storico della Presidenza della Repubblica (https://archivio.quirinale.it/aspr/diari), Saragat ufficio stampa. Telescriventi, busta 85 serie Z. Interventi volume 5, p. 142.

[5] “Il Novese”, 20 ottobre 1967.

[6] Su Vittorio Guido cfr R. Botta – G. Guido – R. Lera – R. Livraghi, Vittorio Gianni Guido. La sua storia. Edizioni Chieketè, 2023.

[7] “La stampa”, domenica 15 ottobre.

[8] Cfr. portale storico della Presidenza della Repubblica (https://archivio.quirinale.it/aspr/diari), Saragat ufficio stampa. Telescriventi, busta 85 serie Z. Interventi volume 5, p. 142.

[9] “Il Popolo di Novi”, 19 ottobre 1967.

[10] ”Il Popolo di Novi”, 19 ottobre 1967.

[11] Chiara Ottaviano, Le fotografie di casa ERG, in Dal petrolio all’energia. ERG 1938-2008. Storia e cultura d’impresa, a cura di Paride Rugafiori e Ferdinando Fasce, Laterza, 2009, p. 445.

[12] Cfr. Dal petrolio all’energia. ERG 1938-2008. Storia e cultura d’impresa, a cura di Paride Rugafiori e Ferdinando Fasce, Laterza, 2009.

[13] Cfr. portale storico della Presidenza della Repubblica (https://archivio.quirinale.it/aspr/diari), Saragat ufficio stampa. Telescriventi, busta 85 serie Z. Interventi volume 5, p. 135.

[14] Cfr. portale storico della Presidenza della Repubblica (https://archivio.quirinale.it/aspr/diari), Saragat ufficio stampa. Telescriventi, busta 85 serie Z. Interventi volume 5, p. 143.

[15] portale storico della Presidenza della Repubblica (https://archivio.quirinale.it/aspr/diari), Saragat ufficio stampa. Telescriventi, busta 85 serie Z. Interventi volume 5, p. 159.

[16] portale storico della Presidenza della Repubblica, Discorsi e messaggi del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat (https://archivio.quirinale.it/discorsi-bookreader//discorsi/Saragat.html#page/838/mode/2up).

[17] “Panorama”, 24 ottobre 1967.

[18] “Il Popolo di Novi”, 19 ottobre 1967.

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