Clotilde, Manfredo e la Filanda. Una storia di Rocchetta
Il 31 marzo 1883, Carlo Figari, imprenditore del cotone, acquistò dai fratelli Luigi, Camillo, Cesare e Federico Maggiani, l’antichissimo mulino camerale di Rocchetta Ligure, un tempo appartenuto agli Spinola. “… Nel circondario, la maggiore presenza industriale era un impianto di filatura e tessitura fondato dai fratelli Gerard a Vignole nel 1870 e rilevato proprio da Carlo Figari che costruì il Cotonificio Italiano poi Cotonificio Ligure …”1
Con l’inaugurazione della Strada della Val Borbera nel 1879, anche la nostra valle conobbe uno sviluppo industriale in grado di offrire lavoro in loco. Il Figari, con l’acquisto del mulino, ebbe a disposizione la derivazione d’acqua e così poté impiantare anche a Rocchetta una filanda, della quale ho sentito parlare, ma da pochissime persone. Dalle scarne testimonianze che sono riuscita a raccogliere, pare vi avessero lavorato fino ad ottanta donne. Poi, con l’avvento della prima guerra mondiale e una concorrenza sempre più aggressiva, la nostra filanda fu chiusa e se ne perse quasi la memoria. Il mulino fu rivenduto alla famiglia Chiappori che lo acquistò appunto dal Figari nel 1908 adibendolo ad abitazione.
Della filanda, dico che se ne perse la memoria, ma non del tutto, perché fortunatamente fra le persone si annidano i ricordi che la compongono e a volte i ricordi di alcuni raccontano una storia.
Un giorno riguardando alcune vecchie fotografie con una mia cara amica dalla memoria eccezionale, davanti ad una di esse che riguardava un matrimonio, mi disse che la donna più anziana fotografata era la nonna di suo marito, nata e vissuta per parecchi anni a Rocchetta Ligure: Clotilde Bisio.
Per mettere insieme tutto l’occorrente per far funzionare una filanda, ci voleva un posto adatto e l’acqua… tanta acqua… e persone esperte del settore che oltre a costruirla venissero ad insegnarne il funzionamento. Quel mestiere ingrato, faticoso , sottopagato era svolto soprattutto da bambine e donne… quasi tutte con bambini piccolissimi da allattare e sistemati il più delle volte a ridosso dei macchinari, in un ambiente malsano e rumoroso. La seta più bella e pregiata, usciva dalle mani di povera gente sfruttata e molte volte maltrattata. Un vero inferno! Ma andiamo avanti…Sicuramente il Figari fece venire delle maestranze già competenti … A Rossiglione superiore, parrocchia di Santa Caterina, era stato impiantato fin dal 1869 un cotonificio.
Nel 1869 nacque a Rossiglione una filatura di cotone con fabbrica di tessuti che dava lavoro a 200 persone. Nel 1875 il cavaliere Ambrogio Figari costruì il cotonificio a Rossiglione; successivamente nel 1879 la marchesa Durazzo Pallavicini spostò lo stabilimento, che rimase sempre a Rossiglione ma nel 1884 parte dello stabilimento fu distrutto a causa dell’autocombustione. Alla fine dell’Ottocento la ditta Figari cambiò nome in Società Anonima e poi definitivamente in Cotonificio Ligure e vennero aggiunti altri cotonifici dislocati nelle vallate limitrofe e a Genova. Gli operai così emigrarono o andarono a lavorare nelle vicinanze. Il cotonificio fu riscostruito e nuovamente distrutto da un incendio nel 1900 ma venne riedificato più grande2.
Proprio da Rossiglione, venne a Rocchetta Manfredo Matteo Vignolo (poi Vignoli; si tratta infatti del bisnonno di Andrea Vignoli, collaboratore di Chieketè e animatore del periodico online Il Moscone) con il fratello Giuseppe, operai specializzati e sicuramente in compagnia di altre maestranze esperte nel genere, proprio per costruire la filanda. Quando nei paesi arrivavano giovani da altre parti c’era sempre un certo fermento e Rocchetta era ancora a quel tempo un centro molto importante. Clotilde era figlia di Luigi Bisio maestro muratore e di Santina Rossi (i Rossi in particolare erano Rocchettini da molte generazioni). Fra Clotilde e Manfredo fu subito grande amore. Si sposarono nella nostra bella chiesa il giorno nove di Novembre nel 1885, testimone per lo sposo fu il fratello Giuseppe. Lei aveva diciotto anni e lui venti. Il matrimonio fu allietato dalla nascita di un maschietto.
Ma il destino era già pronto per cambiare per sempre la vita dei due giovani sposi. ” Al ridimensionamento delle attività in ambito nazionale – in relazione alle difficoltà dovute alla saturazione del mercato interno – corrispose un’importante iniziativa del Figari, volta a stabilire, secondo un orientamento comune in quel periodo al capitale tessile ligure, la propria presenza in paesi che presentavano maggiori potenzialità espansive. Nel 1893, il Figari insieme con Bixio e con altri industriali tessili genovesi, aveva sottoscritto il pacchetto di maggioranza di una società che, con il capitale di un milione, impiantò uno stabilimento di filatura e tessitura del cotone in Brasile, a Rio Grande do Sul”.3
E così Manfredo partì per il Brasile, con la nave Regina in cerca di fortuna; probabilmente lo avevano inviato insieme ad altri alla ricerca del posto giusto per poter poi costruire il nuovo cotonificio. Lui accettò, sicuramente per migliorare la sua vita, e poi in seguito quella della sua famiglia che avrebbe poi chiamato presso di sè. Sbarcò il 2 aprile 1889 in San Paolo. A casa in Italia… a Rocchetta, lasciava una moglie, un bambino piccolo e un altro che sarebbe nato il 14 maggio, un mese dopo la sua partenza.
Non sarebbe mai più ritornato… si ammalò e in breve tempo passò purtroppo a miglior vita. Nel frattempo anche il secondo bambino non riuscì a sopravvivere. La povera Clotilde si ritrovò, giovanissima in una situazione terribile! Ma il tempo passa inesorabile… e così come succedeva a quei tempi, c’era sempre chi si interessava di trovare marito oppure moglie a chi si trovava in difficoltà e la nostra, convolò a nuove nozze, perché bisognava sistemarsi. Era impensabile che una donna, per di più con un bambino ritornasse in famiglia per sempre! Se non c’erano rendite di qualche genere bisognava trovare subito una soluzione con un nuovo matrimonio. E così iniziò una nuova vita in un paesino vicino a Isola del Cantone. Ebbe altri sei figli… Dolore… nostalgia… rimpianto…non lo sapremo mai!
Il tempo scorre inesorabile… “Anche tu così presente così solo nella mia mente tu che sempre mi amerai …” 4