CANEGALLO, Bilio. L’uomo dei sogni
Canegallo Bilio, artigiano (Carezzano, 17 giugno 1927 – Ovada, 6 giugno 2023)
Cesare mi racconta qualcosa di suo padre. Ci conosciamo fin dalla prima elementare, ormai più di sessant’anni fa, quando portavamo i calzoni corti, il grembiule nero, il collettino bianco ed il fiocco azzurro al collo.
Bilio Canegallo, suo padre, è originario di Carezzano, dove nasce il 17 giugno 1927, figlio di Pio, materassaio carezzanese, e di Giuseppina Sicbaldi, originaria di Villa Romagnano, titolare di un emporio di agraria. I due si incontrano casualmente e si sposano a Boston, perché entrambi emigrati negli Stati Uniti. Tornano in Italia prima della Grande Guerra e hanno nove figli, battezzati con nomi inusuali perché a Carezzano si chiamano tutti Canegallo e Pio non vuole che i figli vedano aperta la propria corrispondenza per disguidi postali: Carol, nata ancora in USA ma deceduta per meningite, Kery, nata sulla nave di ritorno ma ancora in acque territoriali americane, Cesare, annegato in Tanaro a 18 anni, Aristide disperso in Russia e poi Duilio, Marchisio, Ersilde, Quirina e Bilio.
Appassionato ciclista, coppiano di ferro, Bilio a quindici anni va a lavorare come tornitore da Orsi a Tortona, poi, perché si guadagna di più, a diciotto ad Occimiano a smontare le bombe della guerra. Ammalato, un giorno non si reca a lavorare, ma è la sua fortuna; una bomba esplode uccidendo quattro suoi colleghi. Decide quindi insieme a suo fratello Marchisio di andare a lavorare come materassaio a Stazzano dove dorme da sua sorella Quirina, mentre il fratello ogni giorno rientra a Carezzano con la sua lambretta. Non c’è alcun laboratorio, si lavora a casa dei clienti. Pochi anni dopo, tuttavia, decide di procurarsi una base dove lavorare a Serravalle, proprio a ridosso del ponte, vicino alla Chiesa della Madonnetta, là dove un’insegna storica intima dal 1910 a tutti gli automobilisti di andar piano: “Rotabili rallentate”, vi è scolpito nel marmo. Ma evidentemente non basta; il ghiaccio e la curva secca la fanno da padroni con alcuni incauti automobilisti. Bilio è costretto ad attrezzarsi con un apposito armadietto dove ripone il materiale necessario per i frequenti interventi di pronto soccorso: alcool, garze, bende, cotone e cerotti.
È proprio in quegli anni che Canegallo matura un’idea. Nel boom economico conosciuto dopo la guerra, dormire e sognare su di un buon materasso è l’aspirazione di tutti. In Serravalle oltre a lui, puoi rivolgerti alla strapuntea, conosciuta dai più come Lina a Capouna, che rinnova la lana dei vecchi giacigli in piazza del Mercato con la cardatrice, oppure, affascinati dalla pubblicità di bambini saltellanti su di un letto cantando Bidibodi bu, bidibodi ie! ci si può far tentare da un moderno prodotto industriale. Bilio, a fronte di queste aspirazioni, scommette su di una terza via, un sogno: il prodotto artigianale di alta qualità, un materasso a molle fatto su misura, con la lana fornitagli dal cliente.
Nel frattempo, nel 1954, fa la conoscenza di una splendida ragazza stazzanese, Maggiorina Varese, figlia di Giovanni il veterinario, cugino del Sindaco di Serravalle, Clemente Varese. Si sposano nel 1955 scegliendo il proprio nido a Serravalle, in Via Romana dove, nel dicembre 1956, nasce il loro primogenito: Cesare.
La sua idea artigianale nel frattempo cresce. Trasferisce in via Nuova Vignole, in un unico edificio, l’abitazione ed il proprio laboratorio. Nel 1966 nasce il secondo figlio, Aristide, e poi nel ’71 Sabina. È proprio di quello stesso anno la nascita del marchio Scriviaflex. Per la verità il nome di battesimo scelto per primo sarebbe Libarnaflex, ma in Paese vi è l’opposizione della ben nota marca di grappe ed liquori. A parte questo contrattempo, la sua attività artigianale incontra i favori della clientela e, negli anni, sulla carta geografica, il raggio dei possibili acquirenti aumenta.
È il momento di restituire qualcosa al paese: un altro sogno! Su consiglio di Cesare, nel 1981 diventa presidente del Libarna Calcio riuscendo a condurre i rossoblù, in un decennio, dalla seconda divisione all’interregionale. Come segretario lo segue il figlio Aristide. Bilio non è un presidente defilato: si infila negli spogliatoi per incoraggiare i giocatori, mangia insieme ai ragazzi, comunica entusiasmo da tutti i pori.
L’attività lavorativa tuttavia aumenta. È costretto a lasciare ad altri il compito di guidare le sorti pallonare di Serravalle. Nel 2002, a 75 anni va in pensione, ma il suo laboratorio lo vede protagonista fino all’incredibile età di 93 anni. Ci lascia per sempre il 6 giugno 2023.