Far ballare il Cristo – Fa balà e-e “Criste”
In Liguria e nel suo entroterra basso-piemontese al termine delle Processioni non di rado è possibile assistere ancora oggi ad una dimostrazione di abilità comunemente conosciuta come “far ballare il Cristo”, una vera e propria azione scenica compiuta con crocifissi di notevoli peso e dimensioni.
In un prossimo articolo Gian Paolo Vigo ci racconterà le origini religiose e popolari di questa secolare usanza. Qui possiamo invece ammirare all’opera i cristezzanti della confraternita dell’Immacolata di Parodi Ligure al termine della festa patronale di S. Rocco il 16 agosto 2022 (redazione Chieketè)
Ho girato questo filmato a Parodi Ligure nel corso della festa patronale di S. Rocco il 16 agosto 2022.
Nell’occasione in processione vengono portati, oltre alla statua del santo patrono i crocefissi (cristi): sono enormi croci, vere opere d’arte, portati dai cristezzanti nella cui partecipazione al rito è difficile distinguere il sacro dal profano poiché essi si cimentano in una sorta di dimostrazione forza e di abilità.
Sino all’Ottocento in realtà i crocefissi non erano molto pesanti. ed erano di proprietà delle confraternite che ne detengono tuttora il possesso; faceva eccezione Belforte che ne era sprovvista: e così un cristezzante negli anni Settanta ne acquistò uno a proprie spese e lo donò alla confraternita. Si tratta del crocefisso che ancora oggi viene portato in processione.
Il Cristo protagonista del filmato è quello della confraternita dell’Immacolata di Parodi. Fu costruito nel 1869 da Angelo Cereseto, intagliatore, doratore ed inverniciatore di Novi Ligure che fu premiato due volte all’esposizione di Genova, nel 1855 e 1868.
Il peso originario del Crocifisso della confraternita di Parodi era di circa 40 chilogrammi, ma nel corso degli anni, dopo vari rimaneggiamenti, come ad esempio l’aumento del volume dei “canti” (le parti in metallo in punta e ai lati della croce, così chiamati per il loro tintinnio) nonché il rivestimento con metallo pregiato, arrivò a raggiungere l’odierno ragguardevole peso di 90 chili, e comunque assai inferiore ad esempio al Cristo di Camogli che pesa ben 170 chilogrammi ed è e anch’esso portato in processione dai cristezzanti.
Altri elementi “scenici” importanti che si possono ammirare nel filmato sono i “Tabarri” dei portatori: furono confezionati nel 1890 da Isabella Rizzi, modista in Alessandria per un costo di 487,15 lire.
La banda musicale che accompagna è il Corpo Musicale “Vito Oddone” di Silvano d’Orba.
Un appunto e correzione sulla Confraternita della Santissima Annuziata di Belforte. Il crocefisso la confraternita lo ha sempre posseduto da tempi immemorabile, circa dal 1600, non chiaramente delle dimensioni attuali. Come del resto la maggior parte delle confraternite. Il Cristezzante in questione. Franco Ravera
Le mie fonti d’informazione sono verbali, possono quindi contenere imprecisioni o addirittura errori e me ne scuso. Ovviamente la confraternita della Santissima Annunziata di Belforte ha sempre avuto un Crocefisso, simbolo della fede.
Non ho acquisito informazioni più precise direttamente dall’acquirente del Cristo in questione, Franco Ravera, e me ne scuso. Ogni sua precisazione è la benvenuta da parte mia e della redazione di Chieketè (Paolo Merlo).