PATRI, Luigi (Gian)
Insegnante – (Arquata Scrivia, 21 luglio 1940 – Serravalle Scrivia, 20 gennaio 2013)
Fin da ragazzo, scolasticamente parlando, Luigi Patri, Gian per tutti, dimostra grandi capacità. Maria Francesconi Apollonio, sua insegnante di matematica, dichiara di aver assegnato in vita sua un solo dieci sulle pagelle degli alunni frequentanti le medie arquatesi: a lui, a Gian Luigi Patri. Nonostante questa propensione per i fogli di carta a quadretti, il Patri dopo le scuole medie frequenta il liceo classico Andrea Doria di Novi Ligure per poi iscriversi a Giurisprudenza. Tuttavia, nonostante una voce profonda e una pronta favella, non è quella la sua strada.
Fra i doni ricevuti da madre natura, Patri eccelle nello sport. Abilissimo giocatore di calcio, a metà degli anni Cinquanta scopre la pallacanestro nella sua Arquata. “Tigre” Nico Messina, futuro allenatore della Ignis Varese e scopritore di talenti cestistici del calibro di Enrico Bovone e Dino Meneghin, lo vuole con sé a Tortona. Gian, estremamente preciso al tiro, possiede un’elevazione straordinaria, tanto che in allenamento, cercando di schiacciare, spacca in due un canestro.
Purtroppo è proprio di quel periodo la comparsa di una malattia che lo condizionerà durante tutta l’esistenza. Patri è affetto da una spondilite anchilosante che gli blocca la schiena con dolori insopportabili. Purtroppo non riesce a tollerare i comuni farmaci antidolorifici ed antinfiammatori in uso al tempo. Trova beneficio solo nel cortisone che, assunto quotidianamente, presenterà nel tempo tutti i suoi effetti collaterali a breve e a lungo termine.
Ovviamente non può più giocare, ma la scoperta del basket lo porta a prendere la decisione di lasciare Giurisprudenza per iscriversi all’Isef di Bologna.
Lauratosi a pieni voti, consegue anche i patentini di allenatore di basket e volley. Il mancato avvocato diventa un insegnante di educazione fisica a tutto tondo. Dotato di una memoria eccezionale, ha una conoscenza dell’anatomia umana muscoloscheletrica da far invidia ad un anatomista. Si specializza pertanto in ginnastica correttiva, che praticherà con competenza per decenni.
La sua attività professionale principale è comunque quella di insegnante di educazione fisica. È in quel ruolo che conosce Rosanna Maffeo, pittrice, insegnante di disegno e donna di rara bellezza.
I due si sposano. Il viaggio di nozze è in Spagna, ma dopo pochi giorni l’originalità del professore emerge. Vuol tornare a casa, poiché gli mancano le partite a stecca con gli amici del Bar Dopolavoro Ferroviario di Arquata (una vera università della vita, popolato da personaggi incredibili: Giona, Cumpà, Sputnik, Francu, Gèin, Vila… nda). Santa Rosanna, bontà sua, acconsente.
Nel 1969 i due arrivano a insegnare a Serravalle. Insieme a loro, anzi a lui, arriva anche la pallacanestro.
Dal nostro paese Patri non si muoverà più. Insegnante ineguagliabile al mattino, vero guru del Basket Club Serravalle nel pomeriggio (fondato da Mario Titolo nel 1972), nel tempo aggiunge una terza attività con un impatto singolare su Serravalle: la collezione di piante grasse alloggiate in una serra costruita all’interno dell’Istituto Comprensivo.
Dotato di una vista acutissima e maniaco della pulizia, la palestra di via Giani prima e il Palazzetto dello Sport poi trovano in lui una sorta di angelo custode. Grazie ad un carisma unico i ragazzi accorrono numerosi ad imparare terzo tempi e piede perno. Molti giovani, spronati dai suoi muggiti, diventando allenatori, a loro volta costituiscono sul movimento cestistico serravallese un effetto moltiplicatore.
La società BC Serravalle negli anni ’90, grazie alla sua spinta, raggiunge la serie C interregionale. I suoi ragazzi volano.
Poi, entrati nel nuovo millennio, l’età e la malattia lo frenano. Va in pensione, si allontana piano piano dal pallone a spicchi. Segue ancora le sue piante e aiuta Rosanna a dipingere le sue icone russe.
Muore a Serravelle, nella Casa di Riposo Monsignor Guerra, vicino alle sue piante, alla sua scuola ed al suo palazzetto. Dopo qualche anno Rosanna lo raggiunge. Per decisione dell’Amministrazione Comunale il Palazzetto dello Sport, dedicato alla sua memoria, si chiamerà PalaPatri
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