Agenti Polizia di Stato

MARTINO, Pietro

Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai
Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai

Francesco De Gregori, Sempre e per sempre

Assistente capo coordinatore della Polizia di Stato (24 gennaio 1968 – 16 maggio 2022)

Martino Pietro, alias Pier, alias Pierangelo, alias Marti è improvvisamente mancato il 16 maggio 2022, di pomeriggio, in un alloggio semivuoto a Novi Ligure, mentre aiutava un amico a traslocare, lasciando costernati i due figli giovanissimi, la madre, la famiglia, i colleghi di lavoro, gli amici e chiunque avesse avuto la fortuna di conoscerlo in vita. Aveva cinquantaquattro anni, essendo nato il 24 gennaio 1968 e di mestiere faceva il poliziotto. Per l’esattezza, era inquadrato come assistente capo coordinatore della Polizia di Stato presso la Stazione di Polizia Stradale a Serravalle Scrivia. Alle sue esequie, la mattina del 19 maggio, una folla sterminata ne rimpiangeva la prematura dipartita, ricordandolo per le sue grandi qualità espresse in vita: “era buono, era gentile, aiutava tutti, aveva un cuore enorme…” Chi fra cent’anni leggerà i giornali e i social media di questi giorni potrebbe cadere nella tentazione, secondo una proverbiale superficialità sempre più imperante, di commentare che “si sa, appena si è morti son tutti subito santi” e che, “tu guarda la gente, han già chiesto il lutto cittadino, peggio, vogliono dedicargli una via, una piazza, un edificio pubblico…”

Non è così riguardo a Pietro. Non per me. Non per chi gli ha parlato almeno una volta nella vita.

Squadra allievi del BC Serravalle. Anno 1982. Da sinistra in alto: Martino, Boggia, Lera, Greco, Piai.
In basso: Sericano, Braini, Talarico, Monteleone, Costantino.

Caro Marti. Ci siamo conosciuti che eri poco più di un bambino, in quell’età un po’ balorda che è l’adolescenza. Tu lo sai, perché i tuoi figli ci sono passati da poco. A proposito, Giulia e Marco li ho conosciuti proprio ieri, due ragazzi splendidi.

Ma torniamo a noi, anzi a te. Una foto ci ricorda insieme, là nella vecchia palestra di via Giani, quella con il pavimento in rupcor che ti scassava le ginocchia nel fare un arresto a un tempo (un gesto tecnico del basket), improvvidamente sostituito da un scivolosissimo linoleum dove, sempre per un arresto, ti volavano via i piedi trovandoti col culo per terra. Il parquet non sapevi nemmeno cosa fosse. Lo scopristi andando a giocare ad Asti, Alessandria o Tortona. Roba da signori, allora. Sei il primo in alto a sinistra ed io là in mezzo, il tuo coach, appena laureato in quella professione che di lì a poco mi avrebbe strappato via da quel mondo. Ti chiamavo Marti, a volte Pier. Al di là delle buone qualità tecniche per giocare a basket, quello che colpiva era la tua bontà, il rispetto delle regole e degli avversari, la voglia di aiutare un compagno in difficoltà. C’erano il pallone a spicchi, i canestri, le righe per terra, i tuoi compagni, gli avversari e gli arbitri. Niente di più. Le regole erano ferree, ricordi? Mai protestare con gli arbitri, io e il Professor Patri vi avremmo mangiati vivi. Ma tu non avevi bisogno di tante sollecitazioni. Venivi da una famiglia semplicemente onesta fino al midollo. Un pezzo di pane era un pezzo di pane, una festa una festa, un lutto un lutto. Concreti nella quotidianità ma con grandi ideali per il futuro. Tuo padre Nicola e tua madre Maria ti avevan tirato su bene.

Un pannello autostradale dedicato a Pietro Martino dai suoi Colleghi della Polstrada

Non sei cambiato nella vita, Marti. Hai fatto della tua divisa da poliziotto una professione di aiuto. Un’operazione apparentemente difficile che tu hai risolto con facilità.

E così con i figli, con gli amici, con i colleghi, con gli automobilisti, con chiunque.

Oggi a Messa bene ha fatto Don Giuseppe Turrici a ricordare come tutto sia transitorio nella vita e che, al di là degli aspetti confessionali nei quali uno può credere o no, l’importante su questa terra è la testimonianza che ognuno di noi deve consegnare agli altri, fatta di rispetto, aiuto, solidarietà, amore, pace: niente di più. Ti ha citato come esempio per tutti. E i tuoi fatti, consegnati a tutti noi, valgono più di mille vuote parole.

(Ciao Marti. Tuo, Ricky)

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Riccardo Lera

"Io nella vita ho fatto tutto, o meglio un poco di tutto" (Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo) Pediatra, scrittore per diletto, dal 2002 al 2012 assessore alla cultura di Serravalle Scrivia; ex scadente giocatore, poi allenatore e ora presidente del Basket Club Serravalle.