Erbe da mangiare
Questa volta vi voglio proporre una passeggiata insolita, quasi una specie di caccia al tesoro. Cerchiamo un sentiero di campagna, lontano dalle automobili (le emissioni degli scarichi non sono buoni commestibili!) e poco frequentato (anche le “emissioni” degli umani non sono buoni commestibili!) e osserviamo una volta di più che cosa cresce tra campi, vigne e boschi. Partiremo alla ricerca delle buone erbe commestibili che in primavera danno il meglio di sé; e poi vi suggerirò alcune semplici ricette per allestire un pranzo a base di queste.
La più comune e largamente utilizzata, che sicuramente tutti conoscono, è il dente di leone (Tarassacum officinalis), che va raccolta prima della sua sgargiante e solare fioritura, quando le rosette, che hanno dimorato per tutto l’inverno, iniziano a mettere le nuove, tenere foglioline. Tagliate a striscioline sottilissime, con l’aggiunta di cipolla tritata fine e uovo sodo sbriciolato ci dona un’insalata da far invidia a chef stellati.
Poi l’ortica (Urtica dioica). Usiamo il termine gettare alle ortiche in senso spregiativo ma anche questa disprezzata pianta si rivela ottima in cucina. Muniamoci di spessi guanti e raccogliamo i giovani germogli. Saranno la base di una gustosissima minestra (zuppa do ortiche), frullate con ugual peso di patate bollite e qualche mestolo di brodo. Qualche crostino completerà l’opera.
Ai bordi delle zone boscose, nelle zone umide e ombrose si arrampica spesso il luppolo (Humulus lupulus); i suoi giovani germogli sbollentati e tritati grossolanamente sono uno squisito ripieno per frittate e torte salate. Ripassati in padella con aggiunta di ricotta, formaggio grattugiato, maggiorana e un uovo sono un delizioso ripieno per tortelli e ravioli.
Nei prati aperti e soleggiati possiamo notare in questo periodo delle rosette di foglioline traslucide e leggermente carnose, sono le foglie della silene (Silene vulgaris), che in giugno si coprirà di gonfi fiorellini: quelli che i bimbi fanno scoppiare (non per nulla in molte regioni sono chiamate schioppettini). Prima che la pianta sviluppi il suo fiore, raccogliamo le rosette prepariamo un ottimo “pesto” con cui condire trofie o gnocchetti. Si tuffano le foglie in acqua bollente per circa un minuto, si scolano poco e si frullano con olio aglio e formaggio grattugiato: proprio come si fa con il basilico per fare il pesto. Se siete dei puristi usate il mortaio invece del frullatore. Provare per credere, sono squisite!
Io vi ho dato qualche suggerimento, adesso tocca a voi. Sguinzagliate la fantasia e godetevi il frutto delle vostre ricerche. Prima di partire però un paio di raccomandazioni: cercare sempre luoghi non frequentati da auto per evitare inquinamento da piombo e lavare sempre bene quello che raccogliamo; prendere le nostre erbe senza danneggiare la pianta che così potrà produrre altri germogli e soprattutto non raccogliere mai piante “sospette”. Se non siamo certi di quello che portiamo a tavola meglio rinunciare, o chiedere il parere di chi conosce le piante. Esistono molte erbe velenose che si celano tra prati e campi: cerchiamo di imparare a conoscerle per poterle evitare! E questo potrebbe essere il tema della nostra prossima chiacchierata. Buona caccia!