L’Organo Serassi dell’Oratorio dei rossi
Recentemente il Corpo Musicale “PIppo Bagnasco” ci ha messo a disposizione una relazione redatta dalla ditta Fratelli Marin di Lumarzo (provincia di Genova), riguardante l’Organo Serassi presente all’interno dell’Oratorio della Confraternita “Santissima Trinità e San Giovanni Battista” di Serravalle Scrivia, altrimenti detto dei “rossi” (in minuscolo, come espressamente indicato dal Priore Gian Paolo Vigo).
La Fratelli Marin, le cui origini risalgono a inizio Novecento, ha restaurato dal 2007 ad oggi oltre 100 organi storici in Italia e all’estero. La relazione è stata dunque redatta da una bottega organara prestigiosa e presenta una analisi particolarmente attenta e competente delle caratteristiche dello strumento. Ne riportiamo ampi stralci in considerazione del suo valore storico e documentario1.
Premessa
Serravalle, oltre al pregevole Organo Serassi presente in Parrocchia, conserva all’interno della Chiesa dei rossi un piccolo gioiello risalente al 1823, opus n° 403, costruito dai Fratelli Serassi di Bergamo. Cosa particolarmente apprezzabile è che il medesimo strumento è giunto fino ai nostri giorni subendo un solo intervento di restauro eseguito sempre dai Fratelli Serassi nel 1865.
Cenni storici sulla famiglia Serassi
Il capostipite dei fratelli Serassi, ossia Giuseppe Serassi il Vecchio (1694 – 1760, nato a Cardano (nella Pieve di Grandola della Val Menaggio in provincia di Como) fu probabilmente allievo dell’organaro Giuseppe Reina.
Dal 1720 circa si trasferì a Bergamo, nell’antico Borgo San Tommaso e nel 1727 acquistò casa. Fra i vari figli e figlie, Andrea Luigi (1725 – 1799) continuò l’attività paterna perfezionando alcuni ritrovati tecnici fra i quali la “Combinazione libera alla lombarda“. Giuseppe II (1750 – 1817) fu il più grande esponente della famiglia, autore, fra gli altri, del grandioso organo di Sant’Alessandro in Colonna a Bergamo (1781) dotato di tre tastiere collegate tra loro attraverso 33 metri di catenacciature sotterranee.
I sei figli Andrea, Carlo, Alessandro, Giuseppe, Ferdinando e Giacomo portarono la fabbrica al massimo sviluppo, la cui parabola discendente è da fissare con la morte dell’ultimo esponente della famiglia, Ferdinando II (1858 – 1894).
Cenni storici sulle caratteristiche degli Organi Serassi
I Serassi furono grandi innovatori. Per quanto riguarda il materiale di rivestimento dei tasti delle tastiere, dal 1723, anno del primo organo documentato, fino al 1820 circa usarono quasi sempre il legno di bosso per i tasti diatonici e il legno di ebano per i tasti cromatici. Successivamente iniziarono a proporre tastiere con dimensioni maggiori nella profondità dei tasti e con placcaggi “uso pianoforte”, ossia con i tasti diatonici in avorio o in osso e i cromatici sempre in ebano, o “uso clavicembalo” ossia con i tasti diatonici in ebano e i cromatici in avorio o in osso.
Fra le due tipologie quella “uso clavicembalo” prevalse negli anni Venti,Trenta, Quaranta dell’Ottocento mentre quella “uso pianoforte” si impose dal 1850 in poi. Le estensioni delle tastiere variavano in base alle dimensioni dello strumento. I piccoli e medi strumenti avevano generalmente una sola tastiera; molti medio-grandi organi ebbero anche due tastiere; vi furono anche cinque grandi organi italiani a tre tastiere.
Le pedaliere erano costantemente costruite a leggio con prima ottava in sesta, detta anche scavezza, o cromatica. Il somiere maestro era costruito rigorosamente a vento. Gli organi serassiani furono sempre a trasmissione meccanica con catenacci di ferro forgiato; essi non vollero adeguarsi alla moda di fine ottocento di imitare le innovazioni degli organari stranieri d’oltralpe, a partire dal 1875, moda che confluì con il Movimento di Santa Cecilia detto Riforma ceciliana. La fonica dei Serassi legata saldamente alla tradizione classica italiana si contraddistingue per un ripieno di impareggiabile lucentezza, per Cornetti piuttosto stretti e spesso tagliati a cono rovesciato, e per le Canne ad ancia splendide per il colore, costruite con grande cura ed intonate con maestria; queste peculiarità hanno contribuito e rendere i Serassi dominatori assoluti per più di un secolo nel campo organario italiano.
Alcuni Aspetti Tecnici dell’Organo dei rossi
Lo strumento: Lo strumento è collocato in cantoria sopra il portale di ingresso principale e racchiuso da cassa lignea addossata alla parete di controfacciata, finemente intarsiata e lavorata, aperta anteriormente in una campata con profilo piatto.
La mostra è composta da 23 canne sonore in stagno fine che formano tre cuspidi. Le bocche con labbro a mitria sono allineate. A completa trasmissione meccanica del tipo sospesa, l’organo presenta la tradizionale consolle a finestra completa di una tastiera e pedaliera. La tastiera in sesta ha 50 tasti con estensione DO 1 – FA 5: i tasti diatonici sono rivestiti in osso spezzato, i cromatici in noce dipinta con fascetta superiore in ebano. I modiglioni laterali non presentano lavorazioni, sono realizzati in legno di noce e verniciati naturalmente. Sull’assetta, sopra la tastiera, è presente un cartiglio che reca la seguente dicitura: “Costruzione 1823 N° 403 Restauro 1865 FABBRICA NAZION. PRIVILEGIATA dei FRATELLI SERASSI in BERGAMO”.
Ci fermiamo qui. Ulteriori approfondimenti, soprattutto di carattere tecnico-musicologico, interessanti per gli specialisti, sono consultabili nell’approfondimento sottostante.
Organo Serassi dei Rossi. Caratteristiche tecniche
- l’anno di redazione della relazione, stando alle informazioni ricevute, è il 2019 [↩]