Elezioni per l’Assemblea Costituente. I candidati più votati dai Serravallesi.
I candidati eletti all’Assemblea Costituente per la provincia di Alessandria, chiamati all’alto compito di discutere ed approvare una nuova Carta Costituzione per l’Italia, furono 8: Angelo Bellato (Democrazia Cristiana), Giuseppe Brusasca (Democrazia Cristiana), Paolo De Michelis (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria), Luigi Longo (Partito Comunista Italiano), Stellio Mauro Lozza (Partito Comunista Italiano), Gioacchino Quarello (Democrazia Cristiana), Giuseppe Raimondi (Democrazia Cristiana) e Giuseppe Romita (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria). Analizzando la documentazione dello scrutinio delle cinque sezioni elettorali del Comune di Serravalle Scrivia, conservata presso l’Archivio Storico Municipale, è possibile approfondire l’espressione del voto di preferenza dei serravallesi. I tre candidati “Costituenti” più votati dai serravallesi in termini assoluti furono i democristiani Giuseppe Brusasca, con 500 voti validi, Giuseppe Giovanni Battista Raimondi, con 459 voto validi ed il comunista Luigi Longo, con 433 voti validi. (Nell’immagine in alto, tratta dal sito www.sturzo.it, un’istantanea delle operazioni di voto per la Costituente). Tra gli esponenti politici del territorio candidati alla Costitente buone affermazioni per i novesi Marco Mallarini (P.C.I.) e per Francesco Robotti (P.S.I.U.P.) entrambe non eletti. Modesto il consenso incontrato tra i Serravallesi da alcuni candidati che la storia annovera tra i “Padri della Repubblica”, come l’economista Luigi Einaudi (U.D.N.), futuro Capo dello Stato, e due tra i nomi più in vista dell’Antifascismo e della Resistenza, i piemontesi Ferruccio Parri (C.D.R.), promotore del “Partito d’Azione”, Presidente del Consiglio nel 1945; Dante Livio Bianco (P.D.A.), tra fondatori del Partito d’Azione, Comandante di tutte le formazioni G.L. del Piemonte, componente del C.L.N. regionale; l’alessandrino, Livio Pivano (C.D.R.), leader partigiano di “Giustizia e Libertà”, tra gli uomini che nelle ore convulse della Liberazione, condusse la difficile trattativa che condusse alla resa le truppe tedesche ad Alessandria e Valenza. Le donne candidate alla Costituente nel nostro Collegio Elettorale furono 5: Maria Bensi (Democrazia Cristiana); Maria Luigia Canova (Partito Comunista Italiano); Lucia Bianciotto Scarpone (Partito Comunista Italiano); Ada Prospero Marchesini (Partito d’Azione) e Rosalia Devalle (Fronte dell’Uomo Qualunque).
Tra i candidati della lista risultata maggioritaria, nel voto espresso dai Serravallesi come nel Paese, la Democrazia Cristiana, in 3 superarono la soglia delle 100 preferenze. Giuseppe Brusasca. Avvocato. Monferrino, originario di Cantavenna, frazione di Gabiano (AL), nacque il 30 agosto 1900, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Nel 1919 aderì al neocostituito Partito Popolare Italiano. Cattolico impegnato venne nominato Presidente della Federazione Giovanile Cattolica per la Diocesi di Casale Monferrato e Vice Presidente della stessa per il Piemonte dal 1920 al 1923. Laureato in Giurisprudenza ed in Scienze Politiche. Nel 1926 venne eletto Consigliere Comunale a Casale nella lista del P.P.I. Perseguitato dal Regime si trasferì a Milano dove esercitò la professione di avvocato. Nel 1942, Alcide De Gasperi gli affidò l’incarico di organizzare la struttura della Democrazia Cristiana in provincia di Alessandria. Nel 1943 fece parte della commissione che predispose il “Programma di Milano”, uno dei documenti fondativi della Democrazia Cristiana. Dopo l’Armistizio si unì alla Resistenza nel Casalese, tra i fondatori della Divisione Autonoma “Patria”.
Nell’aprile del 1945 Brusasca fu tra gli antifascisti che condussero le prime infruttuose trattative per la resa del Duce. Dopo la Liberazione ricoprì la carica di Vicepresidente del C.L.N. Alta Italia. Nell’estate del 1945 prese parte alla formazione del Governo presieduto di Ferruccio Parri. Dal 1945 al 1948 fu Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Alessandria. Nel 1946 divenne Sottosegretario al Ministero dell’Industria, per poi passare agli Esteri. Fu membro della delegazione italiana alla Conferenza di Pace di Parigi dell’agosto 1946. Fu reggente del Ministero dell’Aeronautica nel 1947.
Giuseppe Giovanni Battista Raimondi (459 voti validi). Ingegnere. Tortonese, nacque il 9 luglio 1878. Laureatosi in ingegneria, fu stimato enologo. Nelle fila del P.P.I fu eletto Consigliere Provinciale. Perseguitato dai fascisti locali decise di emigrare in Sud America. Con la fine del Fascismo fece ritorno in Italia. Nel primissimo dopoguerra fu tra i rappresentanti dei partiti antifascisti nominati alla Consulta Nazionale (l’assemblea provvisoria, non elettiva, istituita il 5 aprile 1945, il cui ruolo fu fondamentale nel processo di transizione dal Regime fascista all’ordinamento repubblicano, la prima assise democratica del Paese dopo la dittatura). Fu Deputato nella 1° Legislatura. Nel 1951 divenne Presidente della Camera di Commercio di Alessandria. Fu membro del Comitato Centrale della Croce Rossa Italiana.
Angelo Bellato (300 voti validi). Bancario. Originario di Vittorio Veneto (TV) nacque il 28 settembre 1900. Nell’agosto del 1943 fu nominato nel Comitato Interpartitico Antifascista Provinciale di Alessandria e successivamente membro del C.L.N. alessandrino. Fu Parlamentare della 1° Legislatura. Per la D.C. fu Consigliere Comunale di Alessandria. Fu Presidente dell’Ospedale Psichiatrico di Alessandria e Presidente Diocesano dell’Azione Cattolica. Consigliere di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Alessandria, ne fu anche Vicepresidente.
Per il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, seconda lista nel voto cittadino, i candidati più votati dai serravallesi furono: Giuseppe Romita (192 voti validi). Nato a Tortona il 7 gennaio 1887, da famiglia di contadini, si diplomò geometra. Nel 1904 aderì al Partito Socialista Italiano alessandrino. Nel 1907, si iscrisse al Politecnico di Torino, studente di ingegneria ed insegnante di matematica alle scuole serali, fu tra i protagonisti del movimento socialista del capoluogo, tesserato della Federazione Italiana Giovanile Socialista, fu eletto nel Consiglio Nazionale della Federazione. Romita fu tra i fondatori del fascio giovanile socialista torinese ed attivista antimilitarista. Divenne segretario della sezione socialista torinese. Nel 1914 fu condannato a due mesi di reclusione per le sue posizioni antimonarchiche ed eletto Consigliere comunale a Tortona ed a Torino. Nel 1917 ebbe parte attiva nella “Rivolta del pane” che agitò le masse popolari del capoluogo e per la quale venne arrestato e incarcerato fino al 1918. Nel 1919 la prima elezione al Parlamento. Stimato ingegnere libero professionista, preseguì l’impegno politico torinese nel 1920 fu il primo degli eletti al Consiglio Comunale di Torino.
Nel 1921, Giuseppe Romita, non aderì alla scissione comunista, venne comunque riconfermato in Parlamento nelle fila del P.S.I. Nel 1924 fu rieletto in Parlamento. Nel 1926 venne arrestato dalla Polizia Fascista. Nel 1942 divenne Segretario del P.S.I. Dopo l’Armistizio rappresentò il P.S.I.U.P. in seno al C.L.N. Nel 1944, dopo la liberazione dai nazifascisti di Roma, fu nominato Vicepresidente della Camera dei Deputati. Nel Governo Parri fu nominato Ministro dei Lavori pubblici e prese parte Alla Consulta Nazionale. Nel 1945 divenne Ministro dell’Interno. Dalla sua scrivania la Viminale fu al vertice dell’organizzazione del Referendum Istituzionale del 2 giugno 1946. Nel secondo Governo De Gasperi fu nuovamente Ministro dei Lavori pubblici nel secondo governo De Gasperi. Nel terzo Esecutivo De Gasperi fu titolare del Dicastero del Lavoro e della Previdenza Sociale.
Francesco Robotti (168 voti validi). Avvocato. Di origini medio borghesi, maturò l’impegno politico negli anni dell’Università. Dal 1918 al 1921, con altri compagni quali Carlo Acquistapace e Martino Brusasco, svolse un’intensa attività politica, rappresentando uno tra i primi punti di riferimento per la sinistra novese. Costretto dalla presecuzioni fasciste a lasciare la città, si trasferì a Genova, dove si dedicò alla professione forense. Dopo la Liberazione ritornò a Novi. Fu a lungo Segretario del Partito Socialista cittadino. Conosciuto in città come l'”Avvocato dei poveri”, ricoprì più volte le cariche di Consigliere ed Assessore Comunale ed anche di Consigliere Provinciale. Venne anche candidato alla Camera ed al Senato, sempre sotto le insegne del P.S.I. (Nella foto a sinistra, Francesco Robotti, immagine tratta dal settimanale “Il Popolo” del 2 marzo 1967).
Umberto Calosso (132 voti validi). Giornalista, docente. Astigiano di Belveglio, nacque il 23 settembre 1895. Studente di Lettere a Torino nel 1918 aderì al Partito Socialista. Laureatosi divenne insegnante. Giornalista, critico letterario, scrisse la testata Ordine Nuovo con lo pseudonimo di Mario Sarmati. Bersaglio della repressione fascista, nel 1923 venne incriminato per detenzione abusiva di armi e altri reati, con alcuni compagni socialisti, processato ed assolto. Tuttavia Calosso decise di passare in clandestinità. Nel 1931 espatriò in Francia e poi nel Regno Unito. Nel 1936 durante la sua permanenza in Spagna, durante la guerra civile, fu eletto membro del Comitato Rivoluzionario di Barcellona e unitosi ad antifascisti italiani combatté a Monte Pelato. Durante l’esilio proseguì la sua attività antifascista attraverso dalla Gran Bretagna, collaborando alla trasmissioni radiofoniche “Free Italy” dalle frequenze di “Radio Londra”, con altri gionalisti italiani, quali Ruggero Orlando, i fratelli Paolo e Piero Treves, Umberto Limentani. Nel 1944 tornò in Italia. Dopo la Liberazione fu nominato alla Consulta Nazionale per il P.S.I.U.P. Passato al Partito Socialista dei Lavoratori Italiano (P.S.L.I.) nel 1948 venne eletto Deputato.
Per la lista del Partito Comunista Italiano, terza compagine nel voto serravallese, i più votati furono: Luigi Longo (433 voti validi). Nato a Fubine (AL) nel 1900. Figlio di modesti agricoltori si trasferì con il padre a Torino, dove il padre avviò un’esercizio di mescita vini poco distante dall’Officina Grandi Motori della Fiat. Studente al Politecnico di Torino, fu cadetto della Scuola Ufficiali dell’Esercito di Parma. Lasciati gli studi universitari si dedicò alla politica. Segretario del Gruppo Studentesco Socialista di Torino, nel 1921 si iscrisse al Partito Comunista d’Italia. Membro della Segreteria Nazionale della Federazione Giovanile Comunista, Direttore del periodico “Avanguardia”. Arrestato due volte nel 1923 e nel 1924 entrò in clandestinità espatriando in Francia. Nel 1933 divenne componente del Comitato Esecutivo della Internazionale Comunista. Nel 1936 prese parte alla Guerra di Spagna, Comandante delle Brigate Internazionali Antifasciste. Ferito in combattimento ad Alarcon. Nel 1941 venne arrestato in Francia ed estradato in Italia. Per lui scatterà il confino a Ventotene. Alla caduta del Fascismo, liberato dal Governo Badoglio, giunse a Milano. Divenne uno dei leader della guerra partigiana e dell’insurrezione armata organizzata contro il nazifascismo. Dalla sua iniziativa ed azione trassero origine le formazioni partigiane “Garibaldi” delle quali divenne Comandante Generale. Il partito gli affidò anche la guida del P.C.I. Alta Italia.
Longo fu tra anche i principali organizzatori del Corpo Volontari della Libertà, di cui fu Vice Comandante. Il suo impegno nella Resistenza gli valse la “Bronze star” prestigiosa onorificenza militare americana. Dopo la Liberazione divenne membro della Consulta Nazionale. Fu ininterrottamente deputato al Parlamento, dalla 1° all’8° Legislatura. Vice Segretario del P.C.I., nel 1964, subentrò a Palmiro Togliatti, improvvisamente deceduto nel corso di un viaggio a Yalta.
Stellio Mauro Lozza (288 voti validi): Pavese, nacque a Santa Giuletta, il 28 luglio 1906. Alessandrino di adozione, fu maestro elementare. Laureato in lettere ottenne la docenza di italiano e storia negli istituti superiori. Non appena diciottenne si iscrisse al Partito Socialista. Dopo il 25 luglio 1945 passò al Partito Comunista. Con l’Armistizio si impegnò come partigiano combattente, con il nome di battaglia di “Elio”, in forza dapprima alla 79° Brigata Garibaldi “Mazzarello” e successivamente nella 16° Divisione Garibaldi “Viganò”. Dopo la Liberazione ricoprì la carica di Provveditore agli Studi per la provincia di Alessandria. Membro del Comitato Federale Comunista alessandrino, ricoprì la carica di Consigliere Comunale nel capoluogo. Eletto alla Camera dei Deputati nel 1948 e nel 1953.
Marco Mallarini (300 voti validi): Impiegato ILVA. Nato il 21 gennaio 1907, a Savona, novese di adozione. Figlio di una famiglia operaia, negli anni Trenta fu tra gli organizzatori del Partito Comunista a Novi Ligure. Durante la guerra fu partigiano combattente, con il nome di battaglia di “Rossi”, in forza alla 16° Divisione Garibaldi “Viganò”, Brigata “Vittorio”. Fu membro e Presidente del C.L.N. cittadino. Nel primo Dopoguerra presiedette il Consiglio di Gestione dell’ILVA di Novi. (Nella foto a sinistra, Marco Mallarini, immagine tratta dal settimanale “Il Novese” del 18 ottobre 1990).
Per l’Unione Democratica Nazionale – lista elettorale di ispirazione moderata che raccolse Partito Liberale Italiano (P.L.I.), liberali conservatori; Democrazia del Lavoro (DL); Unione Nazionale per la Ricostruzione (di Francesco Saverio Nitti); centristi-liberali; Alleanza Democratica della Libertà (di Arturo Labriola) e demo-progressisti – questi furono i candidati più votati: Luigi Einaudi (44 voti validi), Biagio Martelli (43 voti validi), Manlio Brosio (25 voti validi).
Per la lista del Fronte dell’Uomo Qualunque, espressione del movimento politico generato dal successo editoriale del popolare giornale “L’uomo qualunque”, i candidati più votati furono: Camillo Gatti (18 voti validi) e Renato Oprà (15 voti validi).
Per la Concentrazione Democratica Repubblicana – formazione che raccolse il Movimento della Democrazia Repubblicana (fondato da Ferruccio Parri ed Ugo La Malfa, usciti dal Partito d’Azione); il Movimento Liberale Progressista (frutto della scissione in seno al Partito Liberale Italiano) – questi furono i candidati più votati: Ferruccio Parri (8 voti validi) e Livio Pivano (3).
Per il Partito Repubblicano: Giovanni Battista Bianchi (4 voto validi).
Tra gli altri, accenniamo anche i risultati riferiti ai candidati: Carlo Galante Garrone, Magistrato, antifascista, partigiano di Giustizia e Libertà, candidato per il Partito d’Azione (2 voti validi); Vittorio Foà, intellettuale e sindacalista, partigiano di Giustizia e Libertà, antifascista, candidato per il Partito d’Azione (1 voto valido).
I risultati delle donne candidate alla Costituente.
La consultazione del 2 giugno 1946 segnò l’avvento del suffragio universale e dell’esercizio dell’elettorato passivo femminile, portando, per la prima volta nella storia d’Italia, le donne in Parlamento. Su un totale di 556 deputati “Costituenti” furono elette 21 donne: 9 per la Democrazia Cristiana, 9 del Partito Comunista Italiano, 2 del Partito Socialista ed una del Fronte dell’Uomo Qualunque. Cinque furono le candidate alla Costituente nel nostro Collegio Elettorale: Maria Bensi per la Democrazia Cristiana; Maria Luigia Canova e Lucia Bianciotto Scarpone per il Partito Comunista Italiano; Ada Prospero Marchesini (vedova del martire antifascista liberale Piero Gobetti) in lizza per il Partito d’Azione e Rosalia Devalle per il Fronte dell’Uomo Qualunque. Sebbene tra queste figurino candidature di medio profilo, che tuttavia non incontrarono particolare consenso nell’elettorato serravallese, un dato in linea con il trend nazionale, sicuramente condizionato dalle difficoltà a partecipare alla campagna elettorale in cui la presenza femminile fu marginale e spesso marginalizzata, ma soprattutto specchio di un corpo elettorale ancora immaturo, condizionato dalla diffidenza, se non anche dal pregiudizio. Nessuna di loro venne eletta all’assemblea. (Nella foto a lato, tratta dal sito www.repubblica.it, una donna al voto il 2 giugno 1946).
La più votata dai Serravallesi fu Maria Bensi, della Democrazia Cristiana (68 voti validi): Originaria di San Salvatore Monferrato (AL), nacque nel 1896, da una famiglia di poveri contadini. Spinta dal bisogno a soli 11 anni iniziò a lavorare in filanda. Nel 1919 trovò occupazione al Cappellificio Borsalino. Fu tra le attiviste delle “Immacolatine”, centro di formazione professionale e culturale per le giovani operaie. Da qui il suo impegno nel mondo del “sindacalismo bianco” e nell’apostolato militante nelle fila dell’Azione Cattolica. Sotto il Fascismo, dal 1932 al 1945, fu Presidente Diocesana dell’”Unione Donne”. Dopo l’Armistizio scelse di sostenere la Resistenza alessandrina, con l’incarico di staffetta partigiana. Nel maggio 1945 venne nominata dal C.L.N. del capoluogo Vicesindaco di Alessandria ed Assessore alla Maternità e Infanzia. Nel Dopoguerra ebbe parte attiva nella creazione delle A.C.L.I., divenendone la prima responsabile provinciale femminile. Nel 1949 contribuì alla fondazione della C.I.S.L.
A seguire, Rosalia Devalle, candidata per il Fronte dell’Uomo Qualunque (4 voti validi).
Lucia Bianciotto Scarpone, del Partito Comunista Italiano (3 voto validi): Nata il 10 luglio 1908, a Frossasco (TO). Commessa e poi operaia, si trasferì a Torino. Antifascista ed attivista comunista, nel 1932 venne deferita al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, prosciolta per amnistia, ma inviata al confino. Nel 1938 venne liberata e riprese la sua attività politica. Nel 1941 venne nuovamente arrestata e portata davanti Tribunale Speciale, che la assolse per insufficienza di prove, tuttavia per lei scattò nuovamente il confino, fino all’agosto 1943. Condivise la lotta politica e resistenziale con il marito, Paolo Scarpone, organizzatore comunista, anch’egli deferito al Tribunale Speciale nel 1927 e nel 1929 ed assolto per insufficienza di prove. Nel 1932, un nuovo processo davanti al T.S.D.S. e la condanna a 12 anni di carcere. Pur avendo usufruito dell’indulto nel 1935, venne sottoposto a confino. Tornato libero nel 1943, si unì alla Resistenza, Commissario del Comando di Zona della Valle Ossola. Decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Lucia Bianciotto, partigiana combattente, nome di battaglia “Piera”, ricoprì l’incarico di Dirigente Generale dei Gruppi di Difesa della Donna, dal gennaio 1945 alla Liberazione.
Ada Prospero Marchesini e Maria Luigia Canova non raccolsero alcun voto valido.