PIANA, Giuseppe
Giuseppe Piana (Cremolino, 10 giugno 1888 / 12 dicembre 1915, Potoki, Slovenia).
Operaio, Soldato di Fanteria, Caduto nella 1° Guerra Mondiale.
Giuseppe Piana, nacque il 10 giugno 1888, a Cremolino (Al), figlio di Benedetto Piana e di Isabella Priarone, contadini. Trovò occupazione come operaio. Nel 1910 si sposò con Maria Piccone. Durante la Grande Guerra servì con il grado di soldato nel 158° Reggimento di Fanteria “Liguria”. Morì il 12 dicembre 1915, per malattia, nella 33° Sezione Sanità della 4° Compagnia, a Potoki, in Slovenia. (Nell’immagine in alto, tratta dal sito www.archiviostoricodalmolin.com, un ospedale da campo durante la 1° Guerra Mondiale). Come ricostruito dal sito www.frontedelpiave.info, il 158° “Liguria”: «…all’inizio delle ostilità è accantonata nei dintorni di Udine, alla dipendenza della 33a divisione. Il 29 maggio si porta ad Albana (medio Judrio) inviando un battaglione a Planina per vigilare verso il ponte di Plava. Il 4 giugno si trasferisce sul M. Korada e dopo pochi giorni spinge l’occupazione fino alla sponda destra dell’Isonzo nel tratto Goljevo – Anhovo – Lozice. Il 15 giugno torna agli accampamenti di Case Fols ed il 20 è ancora in linea nella zona S. Jakob – Kambresko. Al pronunciarsi della prima nostra offensiva si disloca nel tratto Planina – Maria Zell, distaccando reparti di vigilanza sull’Isonzo ed il 1° luglio si schiera col 157° nella zona M. Globocak e col 158° sul rovescio di q. 674, compiendo operazioni dimostrative con attività di pattuglie. Il 157° fanteria col comando della brigata, lasciata la citata zona si porta l’11 luglio con la 33a divisione in quella di Caporetto accampando a Svina: il 30 luglio, formando brigata col XLVII battaglione bersaglieri, si schiera sulle posizioni Vrata – Vrsik – Potoce, spingendo ricognizioni verso M. Smogar, M. Veliki, M. Lemez, M. Vrsik e M. Lipnik. Contro questi obiettivi opera dal 14 agosto al 3 settembre: dimostrativamente verso il Lemez o lo Smogar, a fondo verso il Vrsik ed il Lipnik. L’azione culmina il 15 agosto con l’occupazione della trincea detta dell’”Osservatorio” da parte del 157°, e delle prime trincee del Vrsik da parte dei bersaglieri. Nei giorni successivi non è possibile conseguire ulteriori vantaggi per la difficoltà delle alpestri posizioni. Il 158° rimasto a Kambresco partecipa, come unità di riserva e agendo dimostrativamente verso q. 588 (S. Lucia), alle azioni che il IV Corpo d’Armata svolge, dal 14 agosto al 30 settembre, contro Tolmino. Alla ripresa delle operazioni offensive di autunno (18 ottobre), la brigata Liguria è dislocata col comando, il 157° e l’11° reggimento bersaglieri nella zona Vrata – Vrsik alla dipendenza della 33a divisione, ed il 158° nella zona di Ronzina, a disposizione del comando della 7a divisione. Il 157° fanteria svolge durante tale periodo esclusivamente azione dimostrativa e ricognizioni di pattuglie in direzione di Veliki – Lemez e Pl.za Grebenom. Il 158° opera contro le posizioni di S. Maria e S. Lucia di Tolmino, riuscendo soltanto a creare ed a rinforzare delle parallele di approccio verso le ben difese posizioni avversarie; dopo tali azioni si trasferisce dal 3 al 7 novembre, nella zona di Luico (nord di Caporetto), ove non viene impiegato perchè in quarantena per grave epidemia colerica. Il 157° intanto, rimasto nella zona: Vrata – Vrsik, ha compiti dimostrativi e di appoggio ad altre unità della divisione speciale operante per la conquista dello Javorcek e del costone del Vrsik. Le operazioni hanno sosta il 14 novembre per l’inclemenza della stagione e la resistenza che il nemico, appigliato all’aspro terreno, oppone con tenacia. Ripresi gli attacchi con gli stessi obiettivi il 17 novembre, hanno termine il 10 dicembre con scarsi risultati. Il 14 il 157° si riunisce al 158° nella zona di Luico. La brigata ha finora sofferto le seguenti perdite: ufficiali 28 e uomini di truppa 985…».
Alla morte di Giuseppe Piana, la moglie, Maria Piccone, dovette crescere sola ed in umilissime condizioni tre figli. Trasferitasi la famiglia a Serravalle, la madre prese in conduzione un fondo agricolo con contratto di mezzadria nella campagna in località Fabbricone. Uno dei figli, Giovanni Marco Piana, per contribuire al mantenimento della famiglia, emigrò in Eritrea, dove morì il 4 aprile 1938, ucciso dai ribelli locali.
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