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Serravallesi, conoscete la vostra Chiesa Parrocchiale?

Un articolo da una edizione speciale della Buona Parola del 1959

Le prime notizie ufficiali sulla chiesa di S. Martino in Serravalle risalgono ad una lettera con cui papa Gregorio IX (12 febbraio 1230) approvava, su richiesta del Vescovo Guglielmo, l’unione della chiesa di S. Stefano (Libarna) con la suddetta di S. Martino. Ecco il motivo per cui la nostra chiesa ha due patroni titolari.

In un registro della curia del 1523 troviamo già menzionato il nome di un Arciprete: D. Giovanni Andrea Vimercati, e due canonici. Vi è pure confermato che suddetta chiesa è la parrocchia del luogo. Nel 1575 si trova ancora menzionata la chiesa (Arciprete Don Gio Batta Spinola); la si descrive composta di tre navate e si fa notare che manca di pavimento e di molte suppellettili necessarie al culto. Ciononostante si permetteva la celebrazione della S. Messa ad intervalli e si proibiva di celebrarla altrove tranne casi necessari.

A causa dello stillicidio della montagna i muri della chiesa divennero pericolanti e nel ‘700 si provvide ad una grandiosa opera di sterramento, si rinforzarono i muri e si provvide a dotare le fondamenta di adeguata intercapedine. A quest’opera collaborò pure il comune con la somma di 1,5 milioni. Nel 1876 si fece il pavimento (Parroco don Fomentano, predecessore di don Ozzano) e si compirono lavori di decorazione.  Tutto il pavimento ed i marmi annessi furono pagati L. 9.104,85.

Da notare che la nostra parrocchia fu eletta Collegiata nel 1715 essendo parroco D. G. G: Pollini.

I primi lavori di pittura e decorazione portano la data del 1905. Può riuscire curioso il notare come nel 1910 con un fondo di L. 500 si diede incarico alla ditta Gambini di decorare la cappella dell’Addolorata. La stessa ditta nel 1911 inizia in grande stile i lavori per la decorazione del  coro e  del presbiterio. La tazza del coro è opera del Gainotti che interpretando un soggetto esistente nella chiesa di San Lorenzo in Roma (bombardata nel 1943) rappresenta il martirio di Santo Stefano.

Nel 1912 si proseguono i lavori nella navata centrale ed in quelle laterali. Oltre alla ditta Gambini presero parte a questi lavori il Gainotti, Feraboschi e Salsa. Nel 1922 furono decorate la cappella del Rosario e della Candeletta. Tutte le vetrate istoriate, dipinte e cotte al fuoco sono opere eseguite su disegni di Gambini Luigi e del Ferraboschi. Tutti questi lavori furono ordinati dal defunto Arciprete Don Giuseppe Ozzano e Mons. Virginio Balbi.

Nel 1933 si iniziò la maestosa facciata in travertino bianco di Firenze e nello stesso anno la si portò a compimento fino al cornicione. Fu scoperta il giorno di San Martino e cantò Messa solenne l’allora rettore del Seminario Minore, Mons. Luigi Guerra, proprio colui che, succedendo a Don Milanesi avrebbe portato a termine la facciata della collegiata.

Nel 1956 su commissione dell’attuale parroco D. Edoardo Boveri si provvide al monumentale ed artistico portone centrale cui seguirono i portoni laterali. Queste opere, in legno scolpito danno un tono di maestosità incomparabile a tutta la costruzione.

Benito Ciarlo

Calabrese di Montalto Uffugo (CS), dov'è nato nel 1950. Vive a Serravalle Scrivia (AL) dal 1968.