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POZZO, Cesare

Ferroviere, sindacalista, (Serravalle 1 gennaio 1853 – Udine 15 maggio 1898).

Cesare Pozzo

Figlio di un guardavia della strada ferrata, lascia la famiglia a 16 anni per trasferirsi a Genova in cerca di lavoro. A 23 anni è assunto dalle Strade Ferrate Alta Italia, come macchinista ferroviere. Fervente mazziniano, è tra i pionieri del mutualismo e del sindacalismo italiano e tra i fondatori, nel 1887, a Milano, della Società di Mutuo Soccorso Macchinisti e Fuochisti dell’Alta Italia, di cui diventa anche presidente.

Pozzo collabora anche alla nascita della Lega Ferrovieri Italiani, compagine sindacale di cui è a lungo stimato dirigente. Determinazione, capacità e dirittura morale contraddistinguono il suo impegno nella lotta a favore dei diritti dei colleghi-lavoratori. Per la sua attività sindacale è più volte punito dall’azienda e costretto a continui trasferimenti. Il prezzo pagato per il suo attivismo è molto alto: sempre controllato dalla Questura, traslocato di sede numerose volte, spesso per punizione, rifiuta la promozione a capo deposito per non tradire la categoria e trascura la famiglia per le esigenze della lotta.
Gli intensi ritmi fisici e intellettuali, dovuti alle fatiche del macchinista e all’impegno profuso nelle conferenze e nella preparazione di numerosi scritti, lo portano ad ammalarsi di una grave forma di esaurimento nervoso. Perseguitato dalla polizia del Regno muore tragicamente ad Udine il 5 maggio 1898, gettandosi sotto un treno, mentre la violenta repressione operata dall’esercito porta l’occupazione militare di Milano e la Casa del Ferroviere scioglie tutti gli organismi democratici. Il necrologio di Cesare Pozzo sull’Avanti! è firmato da Osvaldo Gnocchi Viani, l’iscrizione sulla stele al Cimitero Monumentale di Milano scritta da Carlo Romussi. Riportiamo, di seguito, il testo del necrologio comparso sulle colonne del quotidiano socialista “Avanti!” del 20 maggio 1898.

Cimitero Monumentale di Milano,
tomba di Cesare Pozzo (1899)

Ieri ricevemmo da Udine la dolorosa notizia della morte di Cesare Pozzo avvenuta nella casa di salute del dotttor Calligaris, e occasionata dalle perquisizioni e persecuzioni delle quali il Pozzo si vedeva fatto segno ingiustamente. Ora riceviamo da un compagno questa breve nota sul suo passato. Non le vittime che per le vie d’Italia han prostrato le armi, non lo smarrimento che in quest’ora ha percosso lo nostre file, deve far dimenticare questa figura altera di lavoratore. Il telegrafo annunzia ch’egli ha piegato alla tragica fine del suicidio gettandosi sotto quella macchina che un giorno aveva guidato, là sulla via ferrata di Udine che aveva percorso per guadagnare il pane e per spargere ovunque la sua parola di fede, per impiegare la sua potente attività nella organizzazione dei ferrovieri.

Nacque il 1 gennaio 1853 a Ronco Scrivia (in realtà a Serravalle Scrivia, nda), e giovanissimo si diede alla propaganda per l’organizzazione dei ferrovieri. In poco tempo divenne il più autorevole membro della Società macchinisti e fuochisti, che oltre essere la più antica fra le associazioni di resistenza, è anche la più solida come potenza finanziaria. Qundo si avvide che il Fascio dei ferrovieri era precipitato in mano di affaristi, fu il primo a dare il segno della riscossa, ed a tentare insieme al Mantovani l’organizzazione della lega ferrovieri, il cui sfacelo provocato dalle violenze del governo, non fu forse l’ultima causa che lo spinse al suicidio. Di carattere tenacissimo, mai fu fiaccato dalle persecuzioni dell’amministrazione a cui sempre tenne testa senza esserne per un solo istante sconfortato. Era di mente elevatissima ed oltre le sue qualità d’uomo d’azione, stanno ad attestarlo il numero grandissimo dei suoi scritti, d’indole tecnica, storica e di propaganda. Il suo stilo era sobrio, corretto, lucidissimo, i suoi scritti densi di pensiero, rivelarono anziché un autodidatta, un uomo che avesse ricevuto in un corso regolare di studi, una cultura superiore.

Fra le suo opere, le principali sono: Storia delle Associazioni ferroviarie (in corso di pub-blicazione) – Lo spirito di associazioneUna escursione a Parigi (libro d’indole tecnica), e molti e molti altri scritti ed opuscoli, parte dei quali firmati col pseudonimo di Platone. Nel 1877 fondò a Genova l’Eco dell’operaio ferroviario, che fu il primo giornale che si pubblicò a servizio esclusivo della causa ferrovieri. Fu presidente della Società Macchinisti e fuochisti, e segretario internazionale della federazione delle associazioni ferroviarie. Il surmenage intellettuale gli procurò una malattia nervosa che stava curando ad Udine; gli orrori della reazione lo spinsero al suicidio. Il suo nome sarà segnato a caratteri d’oro nella storia dalle organizzazioni operaie ed in quella del movimento socialista. Gloria a lui!

Osvaldo (Gnocchi Viani)

A Serravalle, la strada che collega Via Molino alla Stazione porta il suo nome.


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Riccardo Lera

"Io nella vita ho fatto tutto, o meglio un poco di tutto" (Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo) Pediatra, scrittore per diletto, dal 2002 al 2012 assessore alla cultura di Serravalle Scrivia; ex scadente giocatore, poi allenatore e ora presidente del Basket Club Serravalle.