Porta Genova
Tratto da E’ Buzardéin ’d Seravale del 1996, realizzato da Croce Rossa Italiana, sottocomitato di Serravalle, Pro Loco e Associazione Commercianti e Artigiani
Porta ‘d Zena ossia Porta di Genova, poiché posta sulla strada che conduce a questa citta, si chiamava anche porta da Basso, perché l’altro accesso verso Milano, situato dalla parte opposta, era chiamato Porta d’Alto. Bisogna pensare naturalmente al fatto che queste porte si trovavano lungo la cinta muraria, tanto è vero che un tratto delle mura provenienti del Castello si nota ancora proprio all’altezza di questa piazza. La strada che si trovava in quella località era la ‘Strada di Valle Scrivia’ che conduceva a Genova, più o meno dove si trova l’attuale strada nazionale. Ad un tratto c’era la deviazione verso Gavi, che esiste ancora adesso, opportunamente modificata, che si chiamava e si chiama tuttora “Strada della Crenna”. A fianco della porta e appena un po’ più indietro erano erette le costruzioni del dazio, una vera e propria stazione per il pagamento del pedaggio, cui erano obbligati sia le carrozze passeggeri, sia i conducenti di mercanzie che provenivano da Gavi o dalla direzione di Genova. Tale pedaggio consisteva nel pagamento di una somma di volta in volta diversa, o comunque differenziata, anche per la categoria di attribuzione. La stessa cosa avveniva della parte opposta, ovviamente per coloro che, dalla Pianura Padana, intendevano recarsi nel Genovesato; forse è con allusione alla pavimentazione ivi esistente che la località è stata definita anche “u Cimàintu”,
Queste costruzioni furono abbattute quando la Contrada Maestra fu ‘rettilineizzata’, ossia quando venne allargata affinché potesse meglio fungere da Via Nazionale quale, nel 1820, venne condotta da Torino a Genova per volere del Re Carlo Felice. Nella piazza che oggi, con l’abbattimento di una costruzione ivi esistente ha acquistato un maggior respiro, si immettono tre vie per i serravallesi importanti: la Strada di Cappellezza che, posta in ripida salita, conduce a questa chiesetta e che viene nominata come località per l’armistizio fra Genova e
Tortona nel 1698; la Salita Depretis, cosi chiamata in ricordo di Monsignor Depretis, alto funzionario della prelatura romana, che nel 1663 donò alla Chiesa il reliquario di San Centurio compatrono di Serravalle. Questa salita conduce alla Contrada Superiore ed era una volta fiancheggiata da un muro che in dialetto si chiamava ‘paamu’ e che vuol dire parapetto in muratura. La terza via è quella che ancor oggi si chiama dell’Ospedale Vecchio. In effetti, prima che l’Ospedale venisse ubicato nel Convento degli Agostiniani, a seguito delle disposizioni post napoleoniche e dove è rimasto anche in tempi recenti, esso si trovava sulla Scrivia verso Libama. Nel 1523, infatti, nel ‘Catalogo delle Chiese e del Benefici del Clero’ viene menzionato come ‘Ospedale di San Giuliano presso Linverno che altro non era che la corruzione del nome di Libama e che nel 1568 possedeva soltanto quattro letti.
Scritto di Roberto Allegri (modificato)
Per gentile concessione della Pro Loco
Si ringrazia Cristiana Vacchina
Torna alla HOME