FILIPPA, Giovanni Pietro
Giovanni Pietro Filippa (di Filippa Michele e Rosa Occhietti / Serravalle Scrivia, 14 giugno 1898 / ?)
Antifascista, anarchico, Schedato nel Casellario politico centrale, espatriato in Francia.
Giovanni Pietro Filippa, nacque a Serravalle Scrivia, il 14 giugno 1898, figlio di Filippa Michele, cantoniere ferroviario e di Occhietti Rosa, casalinga. Lasciato il paese natio in tenera età, con la famiglia, si trasferì a Torino per ragioni di lavoro, essendo il padre destinato a nuova sede di servizio in Moncalieri (TO). Nel capoluogo piemontese Filippa, incensurato, manifestò di professare principi anarchici e fu anche socio di un fascio libertario. La sua attività venne segnalata e venne così iscritto al Casellario politico come sovversivo. Nel 1922 il giovane serravallese (ritratto nella foto a lato tratta dal fascicolo personale del Casellario politico centrale, conservato all’Archivio di stato di Roma) emigrò in Francia, a Parigi. Il suo espatrio oltralpe venne annotato al Casellario solo il 5 agosto 1937. Tuttavia è molto difficile sottrarsi all’ “occhio del Duce”. Le varie ambasciate e i consolati vennero asservite anche al controllo dei “politici” che avevano lasciato il Paese, divenendo vere e proprie centrali informative a disposizione dei servizi segreti del Regime, per mantenere – anche in terra straniera – il controllo sui movimenti, sui contatti e sulle attività degli antifascisti espatriati, esiliati o fuoriusciti, non di rado ricorrendo anche ai servigi di fiancheggiatori filofascisti ed anticomunisti locali. Nel volgere di pochi mesi, il 9 novembre 1937, la Direzione generale della Pubblica sicurezza relazionò al prefetto di Torino delle informazioni assunte su Filippa, raccolte tramite l’Ambasciata Italiana di Parigi, che in un telegramma del 23 ottobre 1937 riferì di aver rintracciato l’anarchico serravallese nella capitale francese, in Rue Lemercier, precisando che, nella “ville lumiere”, egli apparentemente non si sarebbe occupato di politica pur essendo conosciuto come professante idee antifasciste. Informazioni confermate anche da note simili datate 1939, 1940 e 1943, dalle quali tuttavia non si forniscono ulteriori dettagli sulla sua condotta politica.
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