Politica amministrativa. Amministrazione Michelangelo Grosso 1975 – 1980
Il risultato elettorale delle elezioni amministrative del 1975, che porta Michelangelo Grosso alla guida del Comune, va inquadrato in un contesto più ampio. Siamo nell’epoca storica in cui, in Italia, Enrico Berlinguer da una parte e Aldo Moro dall’altra parlano di “compromesso storico” fra mondo cattolico e Partito Comunista Italiano (PCI). All’interno della Democrazia Cristiana (DC), la sua componente più conservatrice, con a capo Amintore Fanfani, non vede di buon occhio questo passaggio politico. La DC paga queste frizioni interne con un calo dei consensi sia nelle consultazioni politiche che in quelle amministrative di quell’anno. Il Partito Socialista Italiano (PSI), scavalcato dall’accordo, resta come alla finestra. Il vincitore del momento è, in termini elettorali, il Partito Comunista Italiano (PCI), ma anche il PSI cresce percentualmente.
Il risultato a urne chiuse segna il più grande successo della sinistra italiana dalla Liberazione. La situazione politica cambia, aprendo una nuova fase. Il PCI nelle 15 regioni nelle quali si è vota, guadagna il 5,2 rispetto alle politiche del ’72 (5,6 rispetto alle regionali del ’70) ed è il primo partito nei capoluoghi di regione: Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Venezia, Perugia, Cagliari, Ancona, Napoli. Giunte di sinistra si formano in cinque regioni.
Si riportano di seguito i risultati delle elezioni del 1975 (quelli delle politiche del ’72 fra parentesi):
DC 35,2 % (38,4) – PCI 33,5 (28,3) – PSI 12.0 (9,8) – PSDI 5,6 (5,2) – PRI 3,2 (2,9) – PLI 2,5 (3,9) – MSI-DN 6,4 (8,1).
L’euforia presente sui media della sinistra è evidente in tutta Italia. Questo stato d’animo si riflette ovviamente anche a livello locale.
Il Novese, quindicinale del PCI della zona di Novi Ligure, saluta dunque con entusiasmo la vittoria della sinistra a Serravalle con a guida un Sindaco che porta un nome importante nella storia del nostro paese. Michelangelo Grosso viene eletto con un sistema proporzionale, che sostituisce il maggioritario fino ad ora in uso.
Il quinquennio successivo è tuttavia segnato da alcuni eventi importanti quanto difficili: l’alluvione dell’ottobre 1977, la questione Oli Gastaldi/Ecolibarna, triste preludio delle problematiche ambientali che si sarebbero meglio delineate negli anni successivi, e la fine della Serravalle industriale quale elemento trainante l’economia serravallese durante il boom degli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Ricostruire i primi anni del mandato elettorale di Grosso non è agevole, poichè è solo dal 1978 che La Stampa dedica, fra le sue pagine, ampio spazio alla Provincia di Alessandria.
Il 7 ottobre 1977 un’alluvione devasta l’alessandrino. Per alcuni giorni il cielo scarica sulle nostre terre una pioggia torrenziale. Serravalle è toccata duramente. Villa Armanina, situata sul colle degli Arimanni alcune decine di metri al di fuori dell’abitato in direzione Genova, frana come un castello di carte sulla statale 35 bis dei Giovi e la ferrovia Torino Genova. Tre persone perdono la vita: Angiola e Natale Traverso, rispettivamente moglie e suocero del Presidente della Provincia di Alessandria Lorenzo Demicheli (nonché compagno di partito di Grosso) e l’agricoltore Giuseppe Repetto.
La frana colpisce tutto il centro storico, soprattutto le case di via Tripoli. Intere famiglie perdono la casa, molti sono gli sfollati, le comunicazioni viarie e su rotaia interrotte. Lo sforzo prodotto per la ricostruzione sarà notevole. Ci vorranno mesi di lavoro per ridare a Serravalle un po’ di tranquilla normalità.
Nel frattempo l’attività di un’industria, la Oli Gastaldi, posta a nord del paese lungo la strada che conduce a Cassano Spinola, attira l’attenzione di alcuni cittadini serravallesi per i possibili dati ambientali. Odori sgradevoli, miasmi ed esalazioni malsane sono fonte di preoccupazione per famiglia Macrì che spalleggiati da alcuni abitanti del rione Fabbricone, i più vicini alla fabbrica in questione, si rivolge alle autorità giudiziarie
La storia recente di Seveso a nord di Milano mette paura. Gli accertamenti coinvolgono la locale Pretura a difesa dell’interesse pubblico. Il problema è estremamente complesso: il Sindaco ricorre al parere tecnico di più un esperto. La proprietà aziendale, con Dario Astero, tuttavia rigetta ogni tipo di accusa.
La Giunta comunale, nell’affrontare il problema, rischia la crisi. Il Partito Comunista è preoccupato per l’inquinamento del Rio Negraro che attraversa la fabbrica gettandosi nello Scrivia vicino all’acquedotto pubblico, i socialisti altrettanto, ma temono per gli aspetti occupazionali conseguenti alla chiusura dell’attività.
A seguito di un’ordinanza del Vicesindaco Gianluigi Gandini con la quale si impedisce alla Gastaldi lo scarico di acque reflue nel Rio Negraro, Grosso cautelativamente ritira le deleghe al proprio vice e ne chiede le dimissioni, preoccupato per la possibile azione giudiziaria dell’azienda nei confronti del Comune. Il PCI tuttavia difende l’operato di Gandini.
Grosso sospende l’ordinanza sulla base di più perizie che escludono l’inquinamento dello Scrivia. Gandini precisa che da parte sua non ci fu alcuna prevaricazione nei confronti del Sindaco che sostituiva in quanto ammalato.
La pressione del caso si fa sentire. La Gastaldi nel frattempo è messa sotto la lente di ingrandimento dal CRIAP per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico.
Le posizioni fra i due partiti di maggioranza rimangono lontane e sempre più divergenti. Grosso in Consiglio Comunale presenta le proprie dimissioni. Anche Antonino Bailo, socialista ed Assessore al Personale si dimette.
I socialisti lamentano che il PCI non faccia altrettanto, facendo dimettere i propri consiglieri, andando pertanto ad elezioni anticipate. Si muovono nel frattempo i socialdemocratici, disponibili ad entrare in maggioranza grazie ad un rimpasto in giunta.
La complessa crisi si risolve qualche mese dopo. I passaggi più salienti che permettono di giungere ad un accordo fra PSI e PCI, sono la rinuncia personale di Gandini e il cambio di casacca di Bailo dai socialisti ai comunisti. Grosso è riconfermato Sindaco. Vicesindaco il comunista Riccardo Austa con assessorato alla Sanità, Maurizio Bruni, comunista, ai Lavori Pubblici e sempre targato PCI, Stefano Ponassi al Bilancio. Giuseppe Baiardi per i socialisti va al Personale. Consiglieri con delega: allo Sport Valerio Vacchina e all’Istruzione Fausto Raviolo, entrambi comunisti.
Risolta la crisi politica, i serravallesi puntano il loro sguardo agli aspetti legali e processuali coinvolgenti la Oli Gastaldi.
Come possiamo vedere dall’ultimo articolo la Gastaldi è assolta dall’accusa di inquinamento ambientale. Col senno del poi (del quale, si sa, son piene le fosse), è opinione di chi scrive che le autorità amministrative e giudiziarie locali non siano state supportate, al tempo, da adeguate perizie tecniche. Poco dopo Grosso non è più Sindaco di Serravalle, essendogli succeduto, con le elezioni dell’8 e 9 giugno 1980, Lorenzo Demicheli del Partito Socialista.
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