Ricordando il Maestro Bolchi
Gigi Bolchi, peró, a prescindere dal suo carattere, è stato un grande musicista, compositore, organista, fondatore e direttore della Polifonica di Serravalle, che ha portato Serravalle agli onori del mondo per oltre 30 anni, mietendo successi ovunque. E’ stato un organizzatore impareggiabile: ha saputo aggregare e tenere unite centinaia di persone, utilizzando quel mastice magico che è la musica, che lui conosceva come pochi al mondo.
Tra le sue composizioni ricordo con grande nostalgia la Messa “Pacem in Terris” (cantando la quale emersero due grandi solisti: Mario Leardi e Alfonsino Daglio) e Il Canto dell’Alpino, che compose musicando una mia vecchia poesia. E ricordo anche tutte le sue perplessità quando gli proposi di mettere in repertorio il “Te Deum” di Berlioz. Tentennò a lungo, dicendomi che non saremmo mai stati in grado di eseguirlo bene… salvo poi anni dopo far diventare molti brani di quel Te Deum cavalli di battaglia del complesso.
Era così, irascibile e bravissimo, permaloso al punto da mandare alle ortiche antiche amicizie per un commento o un disaccordo, se pur piccolo; entusiasta quando un’idea lo conquistava, fino a diventare intrattabile fino alla sua completa realizzazione.
Insieme, nel 1994, organizzammo un evento molto originale di cui si parlò moltissimo ed ebbe un successo formidabile: Il Concerto in Fabbrica alla KME. Anche allora non mancarono né a me né a lui, motivi di disaccordo.
Ciononostante, esercitava un fascino tale, che non riuscivo mai a restare arrabbiato. Bastava che poggiasse le dita sulle tastiere del Serassi della Collegiata creando le splendide armonie che noi tutti ricordiamo, che ogni suo difetto passava in second’ordine.
Alla fine, dopo l’ennesima discussione sul repertorio, decisi di uscire dalla Polifonica e me ne andai, insalutato ospite.
Mi spiace di non essermi riconciliato con lui prima che un destino beffardo e crudele lo portasse via.
Riposa in Pace, Maestro.
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